Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
Prima riunione per i protagonisti del progetto approvato a luglio dalla Regione Veneto. Test su asparagi, radicchi, cicoria e rucola

"EcoORT: shelf life piu' estesa e trasporti "senza limiti" per gli ortaggi"

Semaforo verde per il Progetto EcoORT "Competitività, sicurezza alimentare e shelf life: nuove tecnologie eco-compatibili per il comparto ortofrutticolo Veneto", che intende sviluppare innovazioni tecnologiche in grado di aumentare la shelf life del prodotti, la loro salubrità e la qualità con sistemi eco-compatibili.

EcoOrt, che si propone di incidere anche sulla fase del trasporto, consentendo il raggiungimento di distanze significative con prodotti perfettamente conservati a costi inferiori rispetto a quelli attuali, ha ricevuto il via libera dalla Regione Veneto lo scorso luglio e si svilupperà sino a giugno 2015.

Venerdì 11 ottobre a Legnago (VR), nella sella sede dell'azienda Geofur, capofila del progetto, si è svolta la prima riunione tecnica per definire il piano esecutivo.


Da sinistra: Ghirardi, Mazzeo, Carboni, Furiani, Sgardiolo e Tramonte.

Erano presenti Cristian Carboni, Ozone Application specialist di Industrie De Nora Next, Cristiana Furiani di Geofur, Luca Sgardiolo, di Ortoromi, Giacinto Tramonte dell'Ortomercato di Bassano, Alberto Ghirdardi di Prs Passive refrigeration Solutions e Giuseppe Mazzeo della MG di Narducci Lucia. Collegati via skype e telefonicamente i ricercatori del Cnr Maria Cefola, Bernardo Pace, Leonardo Caputo, oltre a Thaer Yassen dello Iam - Istituto agronomico mediterraneo di Bari.

Del progetto fanno parte anche Consorzio di tutela radicchio rosso di Treviso e Variegato Igp, Confcooperative regionale e provinciale, Confagricoltura Verona, Op Nordest e Verona Innovazione.

EcoORT, ha detto in apertura Carboni, nasce da alcune esigenze primarie: aumentare la shelf life dei prodotti ortofrutticoli sia durante lo stoccaggio che il trasporto; ridurre costi di trasferimento e costi energetici degli impianti di refrigerazione; limitare i trattamenti chimici e quindi i prodotti utilizzati per i trattamenti stessi.

Nel corso della riunione è stato deciso che saranno cinque le specie orticole al centro delle sperimentazioni: asparago bianco, radicchio di Treviso tardivo, radicchio di Chioggia, cicoria pan di zucchero e rucola. Tutti i prodotti saranno forniti dalle aziende coinvolte nel progetto. I test verteranno su un confronto tra la refrigerazione tradizionale e innovativa (ossia refrigerazione passiva più ozono) e consisteranno in prove di shelf life realizzate principalmente mediante confronto fotografico, panel test e prove microbiologiche.

Il piano delle attività prevede la progettazione e realizzazione di prototipi fissi (cella a refrigerazione passiva con ozonizzatore) e trasportabili (termopallet a refrigerazione passiva con ozonizzatore), la definizione delle corrette impostazioni di temperatura, umidità, concentrazione di ozono necessarie per la conservazione dei prodotti ortofrutticoli attraverso la sperimentazione presso un ente di ricerca ed inoltre una prova di trasporto. Quest'ultima, come proposto da Cristiana Furiani, avrà come meta una grande fiera di settore: si punta infatti a presentare il progetto su larga scala trasportando prodotti orticoli trattati con le nuove modalità a World Food Moscow 2014. Una anticipazione di EcoOrt si avrà anche in occasione della Fruit Logistica di Berlino a febbraio 2014.
 
La refrigerazione passiva, è stato evidenziato durante la riunione di Legnago, consentirà di conservare l'ortofrutta a temperature prossime allo zero, senza ventilazione e con livelli di umidità più elevati rispetto ai sistemi di refrigerazione tradizionale; questo garantirà un allungamento della shelf life dei prodotti che potrà anche consentire il raggiungimento di mercati oggi non raggiungibili in termini di tempo e distanza, un minor calo peso e una maggiore qualità dei prodotti.


Il radicchio di Chioggia, uno dei 5 prodotti oggetto del test.

L'autonomia energetica del sistema, inoltre, consentirà l'impiego di mezzi non predisposti per l'allacciamento elettrico quali posti nave non reefer e ferrovia, assicurando risparmi che vanno dal 30% per l'intermodale al 70% per il marittimo e semplificando la logistica; nelle celle tradizionali, poi, l'impiego della refrigerazione passiva favorirà una riduzione dei consumi elettrici e una "ricarica" del potere refrigerante durante la notte, quando i costi energetici sono inferiori con benefici economici e ambientali. Infine, la refrigerazione passiva del termopallet permetterà anche di refrigerare il prodotto direttamente in campagna, durante le fasi di raccolta.

L'ozonizzazione consentirà di portare sui mercati un prodotto privo di muffe e con una ridotta carica batterica; inoltre, grazie all'ossidazione dell'etilene e di altri composti, agirà contro la maturazione dei prodotti sensibili all’etilene e alle altre sostanze volatili. Infine, il possibile sviluppo da parte dei prodotti trattati con ozono di sostanze antiossidanti o nutraceutiche potrebbe portare un beneficio alle aziende in termini di posizionamento e redditività del prodotto e ai consumatori in termini nutraceutici. Una possibilità, questa, già stata studiata e dimostrata dai partner scientifici del progetto riguardante i piccoli frutti.
 
Dalla riunione è emerso l'interesse per una valutazione degli effetti della conservazione del radicchio "grezzo" in refrigerazione passiva e convenzionale per ottenere un prodotto di IV gamma che abbia caratteristiche di commerciabilità assimilabili al prodotto fresco appena raccolto; analogo interesse per l’effetto combinato refrigerazione passiva-tradizionale sull'asparago bianco, con l'obiettivo di estenderne il periodo di conservazione.