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Situazione di mercato e strategie in un convegno a Conche di Padova

Radicchio di Chioggia: aggregazioni e azioni di valorizzazione la ricetta anti-crisi

Il momento non è certo dei più brillanti per i radicchi, costretti a "giocare sulla difensiva" a causa di un'offerta abbondante che deprime i prezzi, ma sinergie e adeguate azioni di valorizzazione congiunte possono cambiare le carte in tavola e consolidare il peso specifico dell'ortaggio sul mercato nazionale ed estero.

Di radicchi veneti, della loro situazione commerciale e di prospettive future si è parlato lo scorso fine settimana nell'ambito della 20ma "Festa del Radicchio" di Conche (PD), frazione a forte economia agricola del Comune di Codevigo, il cui territorio lambisce la laguna di Venezia, alle spalle di Chioggia.

Il punto della situazione, in particolare, è stato fatto venerdì 11 ottobre 2013 durante un convegno cui hanno preso parte esponenti del mondo della produzione, responsabili di Mercati all'ingrosso e Consorzi di tutela.


Da sinistra Claudio Ferro, Laura Ferrari, Giuseppe Boscolo Palo, Domenico Dal Bò

A livello nazionale si producono oltre 200.000 tonnellate di radicchi; circa il 50% arriva dal Veneto e il radicchio rosso tondo è primo per superficie coltivata, quantitativi (oltre 100.000 tonnellate per un valore superiore ai 50 milioni di euro) e presenza sul mercato.

La giornalista Laura Ferrari, conduttrice della trasmissione televisiva "Verde a Nordest", ha avviato il dibattito prendendo spunto dalle insoddisfacenti quotazioni che il radicchio tondo sta attualmente incontrando nei mercati di riferimento.

Per il direttore dell'Ortomercato di Chioggia, Pietro Cigna, si tratta di un fenomeno ciclico causato dal contingente eccesso di offerta, mentre Stefano Milan, direttore del Mercato Ortofrutticolo di Rosolina, ritiene che il problema derivi dal fatto che, alla produzione locale e nazionale, si aggiunge quella del Nord Europa, dove il clima è ancora particolarmente mite; la vera iattura inoltre, ha aggiunto Milan, sono i radicchi ibridi, che hanno globalizzato la coltura e appannato il valore dell'identità territoriale.



Per provare ad affrontare concretamente il problema, Claudio D'Ascanio, presidente del Maap-Mercato Agroalimentare di Padova, si è impegnato a sviluppare la presenza dei coltivatori di questo ortaggio nel Mercato di Padova.
"Bisogna aggregare la produzione - ha detto Domenico Dal Bò, direttore di Apo Veneto Friulana - la nostra OP conta 2.000 aziende agricole aderenti, con circa 6.000 ettari, di cui due terzi investiti a frutticole e il resto a orticole. Siamo associati al Consorzio del Radicchio Rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco e ora contiamo di impegnarci anche su Chioggia aderendo al Consorzio del Radicchio di Chioggia per inserirci nel circuito Igp (Indicazione geografica protetta). Prevediamo di attuare un forte investimento sui radicchi, in sinergia tra i due Consorzi."

"Nonostante la situazione critica contingente - ha aggiunto Giuseppe Boscolo Palo, presidente del Consorzio Tutela Radicchio di Chioggia - gli esperti delineano uno scenario complessivamente positivo per il radicchio tondo in generale e per quello Igp di Chioggia in particolare; garantito nel suo legame con il territorio dal seme autoctono autoprodotto dagli orticoltori, potrà a nostro avviso validamente contrastare le produzioni provenienti da seme ibrido che hanno rovinato il mercato. Sono fondamentali però l'aggregazione dei produttori e una maggiore adesione al Consorzio del Radicchio di Chioggia Igp, ancora molto limitata. Si potrà recuperare posizioni e migliorare la redditività per i produttori se si riuscirà a fare squadra a livello di territorio, operando in sinergia tra il nostro Consorzio di Tutela - che ha mostrato di sapersi impegnare nella promozione - i due Mercati di Chioggia e Rosolina e le Organizzazioni dei produttori."


A tirare le conclusioni ha pensato Claudio Ferro, presidente di Capo, la locale Cooperativa di produttori orticoli organizzatrice dell'incontro: "Conche è conosciuta soprattutto per i suoi asparagi ma qui coltiviamo molti altri pregiati ortaggi e in questa stagione, da settembre a marzo, soprattutto radicchio. La strategia per valorizzarlo passa da un rafforzamento dell'identità con il territorio; la strada obbligata da percorrere è quindi quella di portare la nostra produzione alla certificazione Igp, unica vera garanzia dell'origine."

Durante il convegno è stato messo in rilievo tra l'altro che "il radicchio rosso tondo è in assoluto il preferito dalla grande distribuzione e il più acquistato, essendo molto serbevole, reperibile in tutte le stagioni e generalmente con un prezzo accessibile per le tasche dei consumatori."

Vi sono ancora ampi margini di crescita commerciale, in definitiva, per il "Chioggia", toponimo che dà il nome alla varietà di radicchio prodotta in un territorio di 10 Comuni compresi nelle provincie di Venezia (Chioggia, Cavarzere e Cona), Padova (Codevigo e Correzzola) e Rovigo (Rosolina, Ariano Polesine, Taglio di Po, Porto Viro e Loreo); qui si concentra la produzione che può fregiarsi dell'Indicazione Geografica Protetta quando proviene da semi autoctoni coltivati secondo un preciso disciplinare, in appezzamenti certificati, ed è confezionata con l'apposizione del sigillo all'interno di strutture di lavorazione anch'esse certificate.