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La storia di Gisela D'Amico: dall'Argentina al cuneese, seguendo il richiamo dell'agricoltura

"I momenti più importanti della mia vita sono racchiusi in due immagini molto semplici: una valigia e un camion. Nella prima, ho trasferito la mia esistenza dall'Argentina alla Spagna, dopo essermi sposata; nel secondo, ha preso corpo la volontà di abbandonare, dall'oggi al domani, una carriera nel settore turistico per me, e un posto ai mercati generali ortofrutticoli per mio marito Julio, pur di conquistarci una vita sostenibile nei tempi, da dedicare ai nostri figli." Così racconta a FreshPlaza la giovane imprenditrice agricola Gisela D'Amico, recentemente trapiantata con il marito e i tre figli a Paesana, un piccolo centro incastonato tra le montagne cuneesi, dove oggi lavora al suo progetto di "filiera corta".

"A Paesana, io e mio marito ci eravamo già recati in passato - ricorda Gisela - e la cornice dell'arco alpino ci aveva ricordato la nostra Cordoba, in Spagna, dove ci eravamo innamorati. Qui, in una vecchia cascina da ristrutturare, con due ettari scarsi di bosco di rovi sotto il cielo, ho intravisto la nostra svolta, unendo la vocazione produttiva di questo territorio con la nostra di 'famiglia rurale' del futuro."


Gisela e la sua famiglia tra i mirtilli.

Dalla comunità piemontese di Buenos Aires (i nonni di Gisela erano italiani), con una breve parentesi nel canale Horeca spagnolo, per poi giungere nel 2012 a un traguardo fatto di mirtilli, cavolfiori, piselli, una ventina di arnie e aria pulita, che per questa famiglia rappresenta di fatto un nuovo inizio: "Ho scelto l'agricoltura perché mi fa sentire viva – continua l'imprenditrice – Fin dal primo momento, ho avvertito una sorta di gemellaggio tra queste due terre, geograficamente lontane, ma assai vicine per la grande affinità tra il paesaggio montano e i valori della gente contadina. E l'ho voluto salvaguardare a partire dal nome della mia azienda, che per questo è diventata 'L'Argentina', calando il marchio delle nostre origini nella nostra patria di adozione."

Incarnazione delle statistiche che attribuiscono alle donne un'impresa agricola su tre in Italia, Gisela ha trasformato in un terreno rigoglioso quello che fino a ieri era boscaglia: "Abbiamo sfoltito ogni singolo metro con una semplice motosega e tanto fai-da-te, sfruttando al meglio la superficie disponibile con le colture che ci sembravano più idonee al luogo e alla nostra dimensione aziendale. La motivazione all'origine di questo piccolo 'miracolo' è stata vedere gli occhi dei nostri figli scoprire l'agricoltura mentre, fino a ieri, collegavano l'origine del latte ad un brick da tenere in frigorifero."


Gisela tra i cavolfiori.

"Con la stessa cura materna, ho coltivato ogni singolo mirtillo come fosse uno dei miei bimbi, piantandolo quand'era era ancora solo un 'paletto', e accompagnandolo nella sua crescita, giorno dopo giorno. Vista la conformazione del terreno e l'altitudine, mi sono commossa davanti alla prima fioritura di cavolfiori, che ho visto sbocciare come enormi rose d'un bianco puro e radioso, come mai avrei immaginato!".



Una faticosa conquista della terra dosata giornalmente, senza mai perdere il sorriso, frequentando prima un corso di abilitazione professionale da imprenditrice agricola, per poi fare un po' di pratica in un vivaio della zona e maturare una seconda grande ambizione: essere una "donna rurale" nella comunità locale e optare, come altre imprenditrici del settore, per il basso impatto ambientale, la sostenibilità etico-sociale, la conversione al biologico.

"Avviare un'azienda in tempo di crisi non mi ha spaventata- sottolinea Gisela - perché io arrivo da un Paese in cui la crisi è la sola condizione che ho conosciuto fin dalla mia nascita, non soltanto per una fase temporanea. L'opportunità l'ho identificata nel poter produrre per vendere, coltivando il mio prodotto secondo le esigenze del mercato: sono così arrivata al contatto con il mio interlocutore finale, cioè la cooperativa Agrifrutta di Saluzzo e Peveragno, che ha ben accolto la mia 'quota rosa' e mi ha guidata a diventare un piccolo anello di una filiera più grande!"

Aggiunge Gisela: "Essere piccoli in un momento di basso tenore economico è una fortuna, perché non sei 'uno di più', ma 'uno in più', contribuendo a quell'unità che può fare la differenza nel garantire la fornitura a un cliente. E' la cooperazione che ci rende più forti, senza snaturare la dimensione che ci appartiene, come pure la nostra storia. E ci dà la possibilità di continuare a coltivare grandi sogni, come accade a me, quando guardo la mia casa a forma di 'L' che, su un lato, potrebbe esprimere la multifunzionalità dell'agricoltura attraverso un agriturismo in cui, all'insegna della contaminazione culturale, 'intingere' i nostri ortaggi nella bagna cauda piemontese, dopo un trionfo di ravioles e tortillas argentine."

Da un'indagine compiuta quest'anno dall'INEA emerge che le imprese al femminile sono quelle che stanno fronteggiando meglio l'impatto con la crisi economica, grazie anche all'innata capacità di adattamento ai cambiamenti delle donne e alla loro determinazione nel saperli gestire al meglio. La storia di Gisela ne è un esempio.

Contatti:
Azienda agricola "L'ARGENTINA"
Associata ad Agrifrutta
Tel. +39 0175 240305
Fax +39 0175 475821
Email: info@agrifrutta.it
Email2: logistica@agrifrutta.it