L'Italia e' leader in Europa nella coltivazione dell'asparago verde
Il dato 2012 sulle aree produttive nazionali evidenzia il primato del Veneto con 1.626 ettari davanti a Campania (1.340 ettari), Puglia (1.273) ed Emilia-Romagna (703). Seguono Lazio (526 ettari) e Piemonte (368), quindi Toscana (169) e via via tutte le altre regioni sotto i 100 ettari.
In un contesto di progressiva riduzione della produzione mondiale (da 1,3 milioni di tonnellate del 2000 a poco più di 1 milione di tonnellate del 2010), America ed Europa fanno segnare, dall'inizio del millennio, un sostanziale incremento dei raccolti: l'America esprimeva nel 2010 circa il 45% del raccolto planetario (era il 29,4% nel 2000), l'Europa il 25,7% (era il 19,3% dieci anni prima). In forte flessione, invece, l'Asia dove, complice il calo di produzione cinese destinata al fresco, il "peso specifico" è crollato dal 49,3% al 27,5%.
A livello di singoli Paesi, il Perù, nel raffronto tra la media 2008-2010 e quella 2000-2002 (dati Fao) ha superato proprio la Cina: 325 mila tonnellate (il 31% del totale planetario) contro 260 mila (25%). A inizio anni Duemila, la Cina produceva oltre 560 mila tonnellate ed esprimeva il 45% totale.
Nettamente distanziati gli altri player, con la Germania attestata a 103 mila tonnellate e l'Italia a quota 33 mila tonnellate (questi ultimi sono dati relativi al 2011).
L'Italia è leader in Europa nella coltivazione dell'asparago verde, mentre i Paesi concorrenti (in primis Germania e Spagna) si concentrano maggiormente sulla produzione dei bianchi. L'asparago ha ancora notevoli potenzialità sul mercato interno, essendo fra gli ortaggi con più basso indice di penetrazione: le famiglie italiane che l'hanno comprato almeno una volta non superano il 40%. Nell'ultimo decennio tale valore è però aumentato del 10%.
Nel suo intervento al convegno di Badoere, Trentini (nella foto a sinistra) ha messo in luce la necessità di puntare sulla ricerca di nuove cultivar e utilizzare tecniche di coltivazione a basso impatto ambientale, di fare leva sulla promozione, magari multipaese, puntando su Dop e Igp (in Italia sono quattro gli asparagi "certificati": Badoere, Cimadolmo e Altedo si fregiano dell'Igp, Bassano della Dop).
E poi, bisogna fare squadra: ancora troppe imprese operano sul mercato e presso la GDO in maniera individuale. Infine, ha annotato Trentini, urge una strategia commerciale della produzione in grado di costituire marchi forti.