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OP Agriverde interviene sull'emergenza rifiuti in Campania

Unendo la propria voce a quella di altri operatori, come Agrinsieme Campania (cfr. precedente notizia), anche l'Organizzazione di Produttori Agriverde con sede a S. Maria a Vico (CE) denuncia come l'agricoltura campana sia vittima di una campagna denigratoria ad opera di mezzi di informazione che hanno posto nuovamente i riflettori sull'emergenza rifiuti e discariche abusive nella regione.

"E' innegabile, e sotto gli occhi di tutti - puntualizza OP Agriverde - che ci sia stato smaltimento illegale di rifiuti, ma certamente è stato circoscritto. Che tipo di danno ambientale ne consegua, sarebbe da approfondire."

"Per quanto riguarda, invece, le eventuali conseguenze sulla frutta e gli ortaggi coltivati in aree inquinate o a rischio inquinamento, il modo corretto di affrontare la questione è quello utilizzato dalla GDO, ed in particolare da Coop Italia, nel 2008, all'epoca della crisi rifiuti in Campania. All'epoca furono individuati i terreni più a rischio e furono effettuate analisi sui prodotti agricoli ivi coltivati. Le evidenze derivanti da quella indagine, affidata al massimo esperto italiano di inquinamento da microinquinanti, il dr. Raccanelli dell'INCA di Marghera, furono del tutto rassicuranti."

"Vale la pena di ricordare - ricorda la OP - che la regione Campania è la seconda regione italiana per PIL ortofrutticolo, dopo la Sicilia e prima dell'Emilia Romagna."

Cosa fare?

OP Agriverde ritiene, in presenza di un danno potenziale al settore agroalimentare regionale rilevante, che sia urgente e necessario:

- informarsi ed informare correttamente sulla reale portata del problema;

- informare correttamente il consumatore (una corretta informazione potrebbe anche solo essere l'invito a lavare l'ortofrutta prima del consumo, pratica che, comunque, suggerisce anche il comune buon senso);

- gestire il territorio rurale da ora subito in modo corretto. Il territorio rurale, essendo mezzo di sostentamento e di produzione per intere famiglie deve avere la dignità che gli spetta e questo già dalla sua gestione pulita ed ordinata. La dignità del territorio è indice anche della dignità di chi lo abita e utilizza.

- evitare di cadere nella trappola di chi, ad evidenti fini di business, propone faraonici progetti di mappatura dei suoli o, peggio ancora, bonifica (a Seveso, in seguito all'incidente dell'Icmesa, per bonificare il territorio fu emanata la cosiddetta Direttiva Seveso, in seguito alla quale, se ne dovette asportare uno strato di un metro per sostituirlo con terreno vegetale riportato: qualcuno pensa sia fattibile? ma, soprattutto, utile?). Le risorse riteniamo vadano spese per ripulire, ordinare e gestire il territorio rurale perseguendo in modo certo chi non segue le corrette regole di comportamento e gestione.
Data di pubblicazione: