
Secondo quanto esposto dal direttore del Cso, due sono le fonti di aggravio dovute alla batteriosi, da un lato la prevenzione per contrastare lo sviluppo della malattia (trattamenti fitosanitari, modifiche negli apporti nutritivi, potature più attente e accurate, con eventuale ricopertura delle ferite da taglio, rimozione delle piante o di parti di piante colpite, controllo e sorveglianza dell’impianto) e, dall'altro lato, l'eventuale diminuzione di resa.
"Le reazioni delle aziende alla batteriosi possono essere molto diverse - ha detto Elisa Macchi - da una totale indifferenza fino a forme di prevenzione estremamente attente. I costi calcolati sono riconducibili alle tecniche adottate con maggiore frequenza, con particolare riferimento alle linee di difesa suggerite dai grandi gruppi. I costi così calcolati si riferiscono alla situazione prevalente in ciascuna area."
Lo studio ha preso in considerazione 5 situazioni:
- Costi medi sostenuti dalle imprese di produzione, nel 2012, in assenza di batteriosi, prima della comparsa del batterio Psa (N)
- L'impresa mette in atto sistemi di difesa e prevenzione, ma non subisce alcuna riduzione di resa (0)
- L'impresa mette in atto sistemi di difesa e prevenzione e subisce una diminuzione di resa del 5% (-5)
- L'impresa mette in atto sistemi di difesa e prevenzione e subisce una diminuzione di resa del 10% (-10)
- L'impresa mette in atto sistemi di difesa e prevenzione e subisce una diminuzione di resa del 15% (-15).
Elisa Macchi ha quindi presentato i risultati per le principali aree produttive nazionali: Piemonte, provincia di Verona, Emilia-Romagna e Lazio.
PIEMONTE
In assenza di batteriosi, il costo totale di produzione in Piemonte ammonta a 14.535 €/ha, così suddiviso: costo primo di coltivazione (10.733 €/ha) più costi indiretti (2.052 €/ha) e costi figurativi (1.749 €/ha).

Costi di produzione 2012, in assenza di batteriosi. A sinistra i costi in euro/ha e a destra in euro/kg. Dal basso all'alto: in viola materie prime, in rosa manodopera, in blu assicurazioni antigrandine/gelo, in verde ammortamento impianto, in arancione costi indiretti e in rosso costi figurativi. Clicca qui per ingrandire il grafico.
L'aumento del costo per chilogrammo conseguente alla prevenzione e alla difesa (vedi grafico sottostante) è pari a +8 centesimi di euro; l'aumento del costo unitario conseguente alla diminuzione di resa è pari a oltre 10 centesimi di euro (nella quinta ipotesi, -15% di diminuzione delle rese).

Evoluzione del costo (€/kg) nelle 5 situazioni. In blu costo primo di coltivazione, in rosso costo pieno all'impresa e in verde il costo totale di produzione.
PROVINCIA DI VERONA
In provincia di Verona, e in assenza di batteriosi, il costo totale di produzione raggiunge i 18.182 €/ha, così suddiviso: costo primo di coltivazione (13.598 €/ha) più costi indiretti (2.018 €/ha) e costi figurativi (2.566 €/ha).

Costi di produzione 2012, in assenza di batteriosi. A sinistra i costi in euro/ha e a destra in euro/kg. Dal basso all'alto: in viola materie prime, in rosa manodopera, in blu assicurazioni antigrandine/gelo, in verde ammortamento impianto, in arancione costi indiretti e in rosso costi figurativi. Clicca qui per ingrandire il grafico.
L'aumento del costo per chilogrammo conseguente alla prevenzione e alla difesa (vedi grafico sottostante) è pari a +3 centesimi di euro; l'aumento del costo unitario conseguente alla diminuzione di resa è pari a 10 centesimi di euro (nella quinta ipotesi, -15% di diminuzione delle rese).

Evoluzione del costo (€/kg) nelle 5 situazioni. In blu costo primo di coltivazione, in rosso costo pieno all'impresa e in verde il costo totale di produzione.
EMILIA-ROMAGNA
In assenza di batteriosi, il costo totale di produzione in Emilia-Romagna ammonta a 15.951 €/ha, così suddiviso: costo primo di coltivazione (12.220 €/ha) più costi indiretti (1.982 €/ha) e costi figurativi (1.749 €/ha).

Costi di produzione 2012, in assenza di batteriosi. A sinistra i costi in euro/ha e a destra in euro/kg. Dal basso all'alto: in viola materie prime, in rosa manodopera, in blu assicurazioni antigrandine/gelo, in verde ammortamento impianto, in arancione costi indiretti e in rosso costi figurativi. Clicca qui per ingrandire il grafico.
L'aumento del costo per chilogrammo conseguente alla prevenzione e alla difesa (vedi grafico sottostante) è pari a +8 centesimi di euro; l'aumento del costo unitario conseguente alla diminuzione di resa è pari a 10 centesimi di euro (nella quinta ipotesi, -15% di diminuzione delle rese).

Evoluzione del costo (€/kg) nelle 5 situazioni. In blu costo primo di coltivazione, in rosso costo pieno all'impresa e in verde il costo totale di produzione.
LAZIO
Nel Lazio, in assenza di batteriosi, il costo totale di produzione vale 15.695 €/ha, così suddiviso: costo primo di coltivazione (12.092 €/ha) più costi indiretti (1.672 €/ha) e costi figurativi (1.931 €/ha).

Costi di produzione 2012, in assenza di batteriosi. A sinistra i costi in euro/ha e a destra in euro/kg. Dal basso all'alto: in viola materie prime, in rosa manodopera, in blu assicurazioni antigrandine/gelo, in verde ammortamento impianto, in arancione costi indiretti e in rosso costi figurativi. Clicca qui per ingrandire il grafico.
L'aumento del costo per chilogrammo conseguente alla prevenzione e alla difesa (vedi grafico sottostante) è pari a +6 centesimi di euro; l'aumento del costo unitario conseguente alla diminuzione di resa è pari a 8 centesimi di euro (nella quinta ipotesi, -15% di diminuzione delle rese).

Evoluzione del costo (€/kg) nelle 5 situazioni. In blu costo primo di coltivazione, in rosso costo pieno all'impresa e in verde il costo totale di produzione.
"Mediamente – ha commentato il direttore Cso - a seconda delle aree territoriali, produrre kiwi costa circa 45 centesimi di euro al kg di costi vivi; se aggiungiamo i costi indiretti e i costi figurativi, il costo totale di produzione arriva sui 60 centesimi di euro al kg."
"Le tecniche di prevenzione e difesa necessarie a contrastare la malattia elevano il costo di qualche centesimo di euro al kg, ma le conseguenze di una mancata prevenzione graverebbero sui costi in misura molto superiore", ha concluso Elisa Macchi.