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"La linea top di gamma "Solarelli", cambia immagine e nome per approcciare il Medio e l’Estremo Oriente"

"Con "Solemio", Mediterraneo Group fa rotta verso l’Asia"

Se è vero che il colore arancione, con le sue sfumature tendenti al giallo, richiama la fortuna nei paesi asiatici, si deve riconoscere che Mediterraneo Group non avrebbe potuto compiere scelta più felice per caratterizzare la nuova linea "Solemio", creata proprio per sbarcare sui mercati del Medio e dell’Estremo Oriente. Non può negarsi, infatti, che quella che nel 1998 fu battezzata MOC Mediterraneo sia nata sotto una buona stella.

Prova ne sia che oggi - a distanza di quindici anni e dopo la trasformazione in Mediterraneo Group, avvenuta nel 2012 - il network d’imprese è rimasto l’unico ancora attivo tra le sette MOC che furono costituite alla fine degli anni novanta. Un esito che dovrebbe far riflettere. Di là della buona stella, però, c’è un percorso imprenditoriale di successo che, come ha spiegato Renzo Piraccini, amministratore delegato del Gruppo Apofruit, ha tra i suoi elementi cardine "la qualità e la garanzia dei prodotti offerti, l’innovazione varietale, la pubblicità e la comunicazione".

Se n’è parlato ieri sera (24 settembre 2013) nel corso del Meeting "Mediterraneo Group: una rete d’imprese per l’ortofrutta italiana di qualità", svolto al Grand Hotel di Cesenatico. Un incontro dal duplice obiettivo: da un lato, la presentazione delle strategie future; dall’altro, il tradizionale punto della situazione sui risultati raggiunti.

Ad aprire i lavori, Ilenio Bastoni, direttore di Mediterraneo Group, che ha ricordato i "binari lungo i quali corre la strategia del Gruppo: puntare fortemente sulla politica di marca e sviluppare nuovi mercati". E il fatturato conferma la bontà di queste scelte: dai 26,7 milioni del 2011 ai 29,5 del 2012 e l’anno in corso promette di proseguire la crescita. Se guardiamo ai volumi del 2012, le carote la fanno da padrone con il 35% del totale; seguono le fragole, con il 21%, i meloni con il 9% e il gruppo pesche/nettarine con circa l’8%.

Al top dell’offerta è riservato il marchio "Solarelli", di cui "ciascun partner ha l’utilizzo esclusivo – ha spiegato Bastoni – per i prodotti della propria gamma." L’obiettivo è di posizionarsi ai vertici dell’offerta e, a guardare le cifre, si può dire di essere già a buon punto poiché Solarelli è salito, nel fatturato di Mediterraneo Group, dal 2% del 2011 al 4% del 2012, fino al 7% di agosto 2013. I primi quattro prodotti, per volume, sono le mini carote, le fragole Sabrina, il radicchio di Treviso e le arance rosse.


Ilenio Bastoni, direttore Mediterraneo Group.

Venendo alle strategie per l’export, Bastoni ha spiegato come da Solarelli si sia arrivati al brand naming "Solemio". "Da un lato - ha detto - nel Far East vi era un’oggettiva difficoltà a pronunciare la lettera erre, dall’altro, si è registrato un forte impulso sul mercato cinese che ci ha spinto a essere presenti da subito e nel migliore dei modi." Peraltro, e non è affare da poco nelle strategie commerciali, il nome Solemio evoca il ritornello di una canzone napoletana, ben nota nel mondo.

Tra gli obiettivi del prossimo triennio, il direttore Bastoni ha indicato l’ingresso nel Gruppo di altre aziende, il superamento dei 50 milioni di euro di fatturato, la crescita dell’export dal 17% al 40% e l’incidenza delle vendite Solarelli sul fatturato dall’attuale 7% al 15%.

A fargli eco, Pietro Paolo Ciardiello (direttore della Coop Sole) e Antonio Alfonsi (direttore della Cooperativa COLT.OR.), entrambi partner di Mediterraneo Group. Due storie differenti, per numerosi motivi, ma analoghe per passione, consapevolezza e condivisione.


Panoramica della sala.

Ciardiello, la cui Coop Sole è attiva in un contesto territoriale non propriamente favorevole (a Parete, in provincia di Caserta), ha ripercorso i cinquant’anni di storia della Cooperativa coronati nel 2012, con la realizzazione del nuovo stabilimento. E poi i numeri: nel periodo 2010/2013, volumi in crescita del 23% e fatturato a +25%. Circa 450 ettari coltivati, di cui il 65% in serra, e 101 aziende associate, per un totale di 200 dipendenti e circa 1.000 addetti nell’indotto.

Se le fragole sono il prodotto principe della Coop Sole, con oltre 8.000 tonnellate, ottimi risultati hanno raggiunto i meloni – circa 3.000 tonnellate, per un prodotto assente in zona fino a circa 10/15 anni fa – e il gruppo della frutta a nocciolo che, con pesche, nettarine e percoche, ha toccato 4.000 tonnellate.


Pietro Paolo Ciardiello, direttore Coop Sole.

La Coop Sole è pure testimonial della politica di marca, in linea con la filosofia di Mediterraneo Group: per la percoca della Campania, si è recentemente scelto il claim "Baciati dal Sole" e un packaging dedicato. Una strategia che aveva già dato soddisfazioni con le fragole "Sabrina della Campania", oggi la varietà più apprezzata assieme alla Candonga.

Sul versante dell’innovazione, Ciardiello ha ricordato che nel corso dell’attuale stagione sono già state introdotte tre nuove varietà di melone e che, per ampliare la produzione e l’offerta di fragole, i prossimi passi prevedono l’ingresso di Fortuna, Benicia, Antilla e Primoris. Coop Sole, infine, strizza l’occhio pure ai piccoli frutti e presto vedremo sugli scaffali i suoi lamponi, more e mirtilli.

Più recente la storia della Cooperativa COLT.OR., nata ad Avezzano (AQ) nel 2006, su iniziativa di 9 imprenditori della Piana del Fucino. Dai 13,3 milioni di euro del 2010, il fatturato 2013 dovrebbe attestarsi sui 20 milioni di euro, pari a un incremento di quasi il 20% rispetto al 2012. Con i suoi 200 dipendenti, la COLT.OR. produce e commercializza carote (al top per volumi, con 20.000 tonnellate/anno), finocchi, indivia, cicorie, verdure e patate. Un ventaglio di prodotti reso possibile dall’integrazione di vari aerali, indispensabile per bilanciare la durata limitata della campagna che, in Abruzzo, è spesso penalizzata da proibitive condizioni metereologiche.


Antonio Alfonsi, direttore di COLT.OR.

Tra gli obiettivi raggiunti, sul fronte del biologico, Alfonsi ha detto che con Almaverde Bio "si è sviluppata la linea della carota e sono state impostate nuove linee commerciali per patate e cipolle". In particolare, riguardo alle patate, Alfonsi ha posto in rilievo l’obiettivo di una shelf life di almeno 10 giorni, senza l’utilizzo di alcun conservante. Una sfida, quella sulla maggiore resa industriale e sul miglioramento delle caratteristiche organolettiche, che vedrà la sinergia operativa con Mediterraneo Group per sperimentare nuove varietà.

La quadratura del cerchio, svolta da Renzo Piraccini, ha messo in primo piano cifre e risultati degli altri attori del Gruppo. Per Apofruit, sebbene la quantità di prodotto ritirata dai Soci sia scesa del 16%, il fatturato è cresciuto del 7% e l’export ne rappresenta oggi il 42%, pari a un +17% sul valore del 2012. L’annata è stata sostanzialmente buona e non troppo penalizzata dal difficile andamento di pesche e nettarine.

Ottime le performance conseguite da Canova, il cui fatturato 2013 dovrebbe superare i 70 milioni di euro. Un risultato che si deve soprattutto alla crescita dell’export e al successo di Canova France. Per quanto riguarda i volumi, l’incremento è pari al 4,7%.


Renzo Piraccini, AD Gruppo Apofruit.

Almaverde Bio, a giugno 2013, ha registrato un +10% rispetto al 2012. Piraccini, peraltro, ha spiegato che "si sono toccati incrementi fino al 20%, in presenza di caratterizzazione delle aree vendita". Un dato che conferma, se ancora ce ne fosse bisogno, il valore della comunicazione e dell’immagine di marca. "Per vendere il biologico – ha sintetizzato Piraccini – a nostro avviso, esso deve essere ben visibile."

Proprio dall’esperienza Almaverde Bio, che oggi annovera circa 400 referenze, si vuole trarre ispirazione per Solarelli. "Si tratta di un percorso di successo – ha detto Piraccini – che ha consentito ai partner di diventare leader di settore." Del resto, l’obiettivo esplicito di Solarelli è la costruzione di un paniere di prodotti italiani di qualità, sotto un unico marchio. Un progetto che unisce il prodotto IGP e il suo territorio di origine, accomunati in una strategia che li vede protagonisti.

Il percorso passa pure dall’innovazione varietale: Piraccini ha tenuto a ricordare la partnership con i più grandi breeder mondiali per la produzione di uva senza semi così come l’impegno sul pomodoro "confetto". Tasselli di un mosaico che punta a creare valore per il mercato, innanzitutto, per il Gruppo e per i produttori che ne fanno parte.



Per quanto riguarda lo sviluppo delle esportazioni, il numero uno del Gruppo Apofruit ha indicato due fronti: l’area del Golfo Persico e il lontano Oriente. Per quest’ultimo, in particolare, ha detto: "Stiamo svolgendo un lavoro enorme, impegnativo soprattutto dal punto di vista organizzativo, e puntiamo sul kiwi." Per il Medio Oriente, la questione è leggermente più semplice poiché si andrà a operare in un'area che non produce e quindi non ci sarà la concorrenza con le produzioni locali.

Ad avviso di Piraccini, infine, l’esperienza di Mediterraneo Group è di sicuro valore poiché testimonia un percorso comune tra "imprese cooperative e aziende private che si riconoscono in una linea imprenditoriale condivisa".


L'assessore all'Agricoltura della Regione Emilia-Romagna, Tiberio Rabboni, durante il suo intervento.

In chiusura del Meeting, Tiberio Rabboni, Assessore Regionale all’Agricoltura dell’Emilia-Romagna, ha elogiato Mediterraneo Group e indicata la sua filosofia come spunto per una riflessione che, nel mondo dell’ortofrutta, deve necessariamente essere complessiva e non particolare. Venendo alla strategia per l’espansione dell’export, l’ha definita ottima e, specularmente, ha invitato a tenere sempre al centro le esigenze del "primo mercato, quello nazionale".

Autore: Emanuele Mùrino
Data di pubblicazione: