
Appartenenti ai Deuteromycetes, i funghi del genere Trichoderma sono stati fra i primi a essere studiati per la loro azione antagonista verso alcuni funghi dannosi per le piante coltivate.
Trichoderma costituisce un esempio classico di fungo ubiquitario ed è presente in natura in tutti i suoli, caratterizzato da notevole velocità di crescita, alta produzione di conidi, elevata adattabilità e produzione di metaboliti ed enzimi litici (cutinasi e beta-1,3-glucanasi).
Come agisce?
Il modo d'azione, altamente diversificato e non soggetto a sviluppo di resistenze, è riferibile a:
- Occupazione di spazio nella rizosfera
- Competizione per i nutrienti
- Parassitismo
- Produzione di metaboliti ed enzimi
- Azione su pianta: stimolo allo sviluppo radicale o induzione di resistenza ai patogeni.
Il Trichoderma manifesta una spiccata azione di repressione e contenimento verso i responsabili dei marciumi radicali delle colture orticole, floricole, officinali, ornamentali e arboree, tra cui Pythium spp., Phytopthora capsici, Sclerotinia spp. Sclerotium rolfsii, Rhizoctonia solani, Verticillium spp., Fusarium oxyasporum, Thielaviopsis basicola. Inoltre, applicazioni ripetute possono contribuire positivamente a un progressivo miglioramento della sanità della rizosfera.

Danni da Rhizoctonia su piante di patate.
Pur essendo comunemente presente in natura, è senz’altro necessario applicare prodotti a base di Trichoderma tutte le volte che nel terreno, in conseguenza di trattamenti chimici o termici a scopo fitosanitario, si creano dei “vuoti” o squilibri nella microflora naturale tellurica che possono essere opportunamente ricolonizzati e riequilibrati da organismi antagonisti utili come appunto il Trichoderma.
L'applicazione di Trichoderma deve essere soprattutto preventiva, in pre-semina o pre-trapianto, oppure alla semina e al trapianto. In considerazione dell’andamento climatico e della durata della coltura (se medio-lunga), è possibile ripetere il trattamento per migliorare l’azione colonizzante ottenuta con la prima somministrazione.
Trichoderma può essere impiegato in agricoltura biologica e nei programmi di difesa integrata, in virtù della fondamentale possibilità di applicazione del prodotto in miscela estemporanea con molti agrofarmaci. A tale proposito, sono fornite dalle principali aziende produttrici una serie di tabelle di compatibilità di Trichoderma con insetticidi, fungicidi, erbicidi e fertilizzanti con i quali può essere previsto un impiego combinato in tank-mix oppure strategie di lotta integrata.
La prima registrazione in Italia come fungicida è avvenuta nel 2000, mentre al momento sono disponibili diversi formulati commerciali registrati a base di Trichoderma asperellum, T. Viride, T. harzianum, T. gamsii. A livello mondiale risultano disponibili oltre 100 prodotti contenenti Trichoderma, a conferma della diffusione che questo antagonista naturale ha avuto e sta tuttora avendo.

Benefici d'impiego
Riassumendo, l’utilizzo del Trichoderma consente un’efficacia media-elevata (se applicazione è preventiva), una totale selettività colturale senza alcun rischio di fitotossicità, una drastica riduzione dei residui su suolo e colture e una notevole riduzione impatto ambientale, vito che il microrganismo è presente in natura.
Indicato in moltissimi disciplinari regionali di lotta integrata e biologica, Trichoderma ha un modo di azione che non sviluppa resistenza, è semplice da utilizzare e di normale conservazione in magazzino ed è miscibile in botte con maggior parte di prodotti per nutrizione e difesa delle piante.
Compatibile con mezzi fisici (dopo solarizzazione) e chimici (in miscela estemporanea con insetticidi, erbicidi e molti fungicidi), si caratterizza per un periodo di carenza nullo o ridotto e per non essere pericoloso per l’uomo e per gli animali.
Ceppi selezionati, depositati presso ceppoteche, sono stati sottoposti a test biochimici e morfologici (identità, purezza, stabilità) e garantiscono alti standard produttivi e formulazioni innovative.

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