Chi dice che il reparto ortofrutta e' quello piu' redditizio per un retailer?
"Il fatto è - ha esordito - che in certi anelli della catena si guadagna poco. Ma d'altro canto il prezzo è la risultante del rapporto tra domanda e offerta. Su tale rapporto è ovviamente il supermercato ad avere la maggiore influenza ed è qui che le cose sono andate storte. I costi di produzione sono l'altra componente, ma in questo caso la responsabilità sta in capo ai produttori stessi. Dare la colpa dei costi ai supermercati, mi pare inverosimile."
Han Ploegmakers.
Sul fatto poi che il reparto ortofrutta sia quello che offre i maggiori ritorni per un supermercato, Han non è per niente d'accordo: "Ci sono gruppi di prodotto che danno margini superiori e gruppi di prodotto che fatturano di più. L'ortofrutta non è certo una mucca da mungere. Per quanto riguarda l'utile sulle vendite, il reparto ortofrutta è importante, ma non è quello più importante in assoluto. Con gli scarti e cose del genere, per esempio, ci sono anche delle perdite che con gli alimenti secchi non si subiscono".
Per quanto riguarda i prodotti pronti all'uso, secondo Han il grosso della spinta propulsiva per questo settore è ormai storia passata, mentre rimangono ancora aperte molte possibilità commerciali per rendere i prodotti ortofrutticoli più pratici e attraenti per il pubblico più giovane.
Che il produttore collabori direttamente con il supermercato, è secondo l'esperto un passo logico: "Con l'aumento delle dimensioni di scala del settore del retail, l'approvvigionamento diretto sta crescendo di importanza. La mia visione è quella di una catena chiusa. Il che non significa automaticamente che determinati passaggi della filiera debbano essere eliminati; almeno non finché creano valore. La vera filiera corta è quella efficiente: non è l'accorciamento di per sé stesso il fine da perseguire".
Nella collaborazione con i fornitori, Han è convinto di una cosa: "Che però le regole del gioco vengano rispettate! Non è giusto cambiare le carte in tavola senza un previo accordo tra le parti in causa. Da questo punto di vista giudico una mossa a dir poco infelice la richiesta di sconto che un paio di catene olandesi hanno formulato per iscritto ai propri fornitori nel corso della campagna di acquisto già concordata ad altre condizioni".
Infine, secondo Ploegmakers, il processo di consolidamento nel settore olandese del retail proseguirà: "Ci sono ancora 23 insegne gestite da 20 organizzazioni di distribuzione nei Paesi Bassi. Certamente assisteremo ancora ad una ulteriore concentrazione, anche se non so a che ritmo avverrà".