Fairtrade Italia interviene nel dibattito sul km zero
Riportiamo integralmente tale importante contributo alla discussione:
"Gentile dottor Frassoldati, ci permettiamo, citati, di inserirci all'interno del dibattito sul km zero suscitato dal suo articolo e ripreso da FreshPlaza. La riflessione sul km zero o meglio, sulle Food Miles, è da sempre presente all'interno del mondo Fairtrade ma nel senso più originario del termine: ovvero in riferimento all'impatto ambientale complessivo delle produzioni oltre a quello sulla distanza percorsa da un prodotto per arrivare sulle nostre tavole".
Fairtrade International, l'organismo che è rappresentato in Italia dalla nostra organizzazione, ha elaborato un proprio documento in proposito in cui, dati alla mano, si evidenzia come l'impatto del trasporto sia davvero residuale rispetto a quello complessivo delle produzioni. Il pubblico italiano ignora che i quantitativi di diserbanti, pesticidi, mangimi impiegati nell'agricoltura e nell'allevamento rappresentano un costo ambientale molto più alto".
"Osserviamo inoltre come le produzioni nei paesi in via di sviluppo abbiano un impatto ambientale mediamente basso... E che tra gli standard Fairtrade un ampio capitolo è dedicato alla riduzione dell'impatto ambientale nelle produzioni con uno sforzo costante e continuo in questa direzione, non improvvisato sull'onda della rinnovata sensibilità a queste tematiche, ma frutto del lavoro di produttori ed operatori".
"Concordiamo con Rossella Gigli: tutto questo dibattito (vero o presunto) sul km zero non tiene conto dei milioni di produttori che dipendono da noi ma anche, aggiungiamo, del reale impatto di queste produzioni... Il Fairtrade è, sì, una cosa seria: non solo per gli standard sociali che lo distinguono, ma anche per il lavoro ormai ventennale di tanti (produttori, aziende, distributori) che hanno creduto e credono in questo sistema".
Cordialmente,
Paolo Pastore, direttore operativo Fairtrade Italia