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E i consumi alimentari calano del 4,5% in quantita'

Istat: il potere d'acquisto delle famiglie italiane ridotto del 4,1% nel II trimestre

Il potere d'acquisto delle famiglie italiane, tenuto conto dell'inflazione, si è ridotto dell'1,6% nel secondo trimestre dell'anno, per una contrazione del 4,1% su base annua. Lo comunica l'Istat sottolineando che si tratta del calo tendenziale più ampio dal 2000. Nei primi sei mesi del 2012, nei confronti dello stesso periodo del 2011, il potere d'acquisto ha registrato una flessione del 3,5%.

La Cia-Confederazione italiana agricoltori, commentando il rapporto diffuso dall'Istat, afferma che la crisi continua a mordere e il minore potere d'acquisto si abbatte come un macigno sui consumi, prima di tutto quelli alimentari. Tra aprile e giugno, infatti, la voce "cibo e bevande" ha registrato un calo drastico tendenziale del 4,5% in quantità e dell'1,1% in valore.

Questo vuol dire che la situazione è giunta al limite - osserva la Cia - Gli italiani sono sottoposti al fuoco incrociato degli aumenti del carico fiscale e delle tariffe energetiche, mentre cala il reddito disponibile. Una congiuntura che oggi due famiglie su tre possono affrontare solo con tagli radicali alla spesa, compresa quella per la tavola.

Ma anche chi non riduce di netto le quantità acquistate al supermercato, mette comunque in atto comportamenti di spesa improntati al massimo risparmio - ricorda la Cia - Infatti il 53% delle famiglie gira più negozi alla ricerca di sconti, promozioni e offerte speciali; il 42% privilegia le grandi confezioni o formati convenienza; il 32% abbandona le grandi marche per prodotti più economici "senza firma" e il 24% ricomincia a fare cucina di recupero con gli avanzi della cucina, per evitare del tutto gli sprechi.
Data di pubblicazione: