
Questo è essenziale prima che le piante - accudite per due anni, e poi forzate alla maturazione - vengano poste dentro capannoni riscaldati con candele.
"Nei Paesi Bassi applicano acido sulle radici per ottenere il risultato in assenza di freddo", dichiara Janet Oldroyd-Hulme della E Oldroyd & Son. "Ma ciò produce un rabarbaro più pallido e senza molto sapore. Abbiamo lottato per sei anni per ottenere il riconoscimento della denominazione protetta e per metterci quindi, in Europa, alla stregua del prosciutto di Parma e dello champagne. Non siamo disposti a perdere l’esclusiva per cui siamo famosi".

Sebbene il rabarbaro, in origine una pianta siberiana, cresca meglio sulle sponde del Volga in Russia, è stato coltivato con successo nello Yorkshire sin dai primi dell’ottocento. Comunque, il sempre minor numero di aziende coinvolte teme che il settore possa far fatica ad andare avanti senza un adeguato impegno nel contrastare i cambiamenti climatici – lasciando il campo libero ai competitori olandesi e tedeschi.
I produttori stanno cercando di resistere alla crisi, ma la preoccupazione rimane alta, soprattutto in vista delle forniture per il festival del rabarbaro di Wakefield, che si terrà dal 24 al 26 febbraio, e che ha visto un ampliamento grazie alla richiesta dello squisito prodotto, considerato più tenero della varietà estiva coltivata in pieno campo.