"La realtà trentina – ha spiegato Martinelli – e il suo sistema aggregato hanno permesso di riconoscere le organizzazioni di produttori e sfruttare da subito gli interventi previsti, accedendo al 95% degli aiuti di settore. Frutticoltura e aggregazione, infatti, in Trentino costituiscono un’equivalenza imprescindibile".
Insomma, da subito le organizzazioni di produttori della provincia di Trento hanno realizzato programmi operativi di attività e di sviluppo in base ai quali accedere agli aiuti, garantendosene il totale disponibile.
Malgrado la già buona organizzazione di partenza, l’applicazione della OCM ha determinato molte modifiche, in positivo, all’assetto produttivo del Trentino.
"Le organizzazioni di produttori hanno sviluppato una grande coesione – ha detto Martinelli – mettendo in comune strutture, professionalità e mezzi che le hanno rese ancora più efficienti. Non dimentichiamo che mantenere la buona posizione acquisita sul mercato richiede sempre maggior impegno e risorse che l’aiuto comunitario è in grado di rinforzare. Le piccole dimensioni delle nostre aziende e il territorio stesso comportano costi di produzione che non ci consentirebbero di essere competitivi, senza la presenza e le attività delle OP (Organizzazioni di Produttori) per le quali l’applicazione della OCM è certamente un sostegno".
Sono quattro le Organizzazioni di produttori della Provincia, di cui tre costituiscono una AOP (Associazione di organizzazioni di produttori).
Interventi economici
Il valore della produzione commercializzata (VPC) delle OP nel 2010 si è attestato sui 300 milioni di euro, da cui deriva una capacità di spesa di 24-25 milioni di euro all’anno (vedi grafico sotto).
Per quel che riguarda la tipologia di spesa (vedi grafico sotto), Renato Martinelli ha chiarito le principali destinazioni: "La categoria di spesa più significativa è quella riservata agli investimenti per le strutture di conservazione e lavorazione (42%), come la frigoconservazione, le linee di lavorazione e di confezionamento, tutto ciò che agevola la fornitura alla Grande distribuzione organizzata, ecc. Poi abbiamo le misure ambientali (20%), cioè il sostegno all’insieme di tutte quelle pratiche colturali e tecniche di produzione e di gestione dei rifiuti che rispettano l’ambiente, la biodiversità e il paesaggio: dalla produzione integrata, alla verifica delle irroratrici, ai mezzi a basso impatto ambientale, fino alla gestione ecologica degli imballaggi. Un’altra voce importante di spesa è la promozione (18%), presente a fasi alterne e attualmente sfruttabile".
"La Provincia di Trento – ha concluso Martinelli - non impiega utilmente solo la OCM Ortofrutta ma anche il PSR, Piano di sviluppo rurale, e la legge provinciale n. 4/2003. L’ambiente di coltivazione e la professionalità dei frutticoltori consentono di ottenere un prodotto qualitativamente migliore ma con costi di produzione decisamente superiori alle regioni di pianura, parzialmente mitigati dalla presenza di questi tre strumenti finanziari".
Il caso delle mele in Trentino Alto Adige è emblematico, se si pensa che questa regione da sola produce oltre il 70% del totale nazionale. Nel caso della Provincia di Trento, l’80% delle risorse viene dirottato verso la melicoltura, altri investimenti importanti riguardano i piccoli frutti, il cui consumo è in espansione anche grazie a un maggior interessamento della distribuzione organizzata, sui cui scaffali sono sempre più presenti. In questo caso, è importante anche l’aspetto socio-ambientale su cui si interviene, visto che queste produzioni permettono di sostenere l’economia di aree di mezza montagna, che spesso non avrebbero alternative di reddito.
Per maggiori info:
Dipartimento Agricoltura e Alimentazione - PAT
E-mail: dip.agricoltura@provincia.tn.it