Anche gli ortofrutticoli trasformati riducono il rischio di infarto
Dieci anni fa il RIVM intervistò 20.000 olandesi tra i 20 e i 65 anni, che non erano mai stati colpiti da infarto o malattie vascolari, chiedendo loro di descrivere le abitudini alimentari che seguivano. I partecipanti all'inchiesta di allora sono stati ricontattati per sapere se negli anni si fossero manifestate malattie.
E' risultato che le persone che mangiavano molta frutta e verdura avrebbero avuto il 34% in meno di possibilità di soffrire un infarto rispetto alle persone che ne mangiavano poca. Il risultato è in linea con altri studi condotti a riguardo.
La novità sta nel fatto che la Oude Griep è riuscita a far emergere dai dati la distinzione tra consumo di ortofrutticoli freschi e trasformati. Per frutta trasformata si intende succhi di frutta e mousse di mela per esempio, mentre tra gli ortaggi trasformati si annoverano, tra gli altri, verdure pre-cotte e passata di pomodoro. Consumando sia ortofrutticoli crudi sia trasformati si registra un rischio più basso di insorgenza di infarto cardiaco. Questo legame è un po' più forte nel caso degli ortofrutticoli crudi.
La vera sorpresa riguarda però il ruolo dei prodotti trasformati. "Sappiamo che, a causa della lavorazione, determinate sostanze protettive vanno perse; grazie però a questa stessa lavorazione altre sostanze migliori vengono messe a disposizione del nostro organismo", dichiara la Oude Griep.
La ricerca è stata finanziata dall'ente olandese ProductschapTuinbouw. Oude Griep ha pubblicato la sua ricerca due settimane fa sulla rivista scientifica PLoS ONE.
Fonte: WUR