"Accogliamo la comunicazione della Commissione europea sul futuro della Pac-Politica agricola comune dopo il 2013, raccogliendo la sfida per migliorarla nell’interesse delle imprese agricole italiane". E’ questo il primo commento di Confagricoltura, Cia, Copagri al documento approvato lo scorso 18 novembre a Bruxelles.
"Siamo per la modernizzazione della politica agricola comune - spiegano le tre Organizzazioni - decisamente contrari alle due opzioni radicali, riportate nella comunicazione. Non possiamo essere d’accordo né per il mantenimento dello status quo, né per un radicale smantellamento della prima ed unica politica comune europea".
"Dobbiamo però impegnarci per una riforma che eviti contraccolpi negativi per i nostri agricoltori" proseguono Confagricoltura, Cia, Copagri, e chiariscono: "ad esempio l’Italia deve contribuire a consolidare la spesa agricola nel bilancio Ue, evitando al tempo stesso la paventata possibile redistribuzione delle risorse a favore dei nuovi Paesi membri".
E ancora Cia, Confagricoltura, Copagri sono d’accordo sulla necessità di abbandonare il sistema dei pagamenti diretti su base storica, ma questo percorso deve però essere fatto con i tempi necessari a garantire certezza per gli operatori ed una transizione graduale dal vecchio al nuovo sistema. Tutelando alcuni settori strategici per i quali un’omogeneizzazione dei pagamenti potrebbe tradursi in una drastica riduzione dei redditi e del potenziale produttivo, ma anche distorcere i rapporti di competitività.
Inoltre, le proposte di Bruxelles appaiono alle tre Organizzazioni molto timide riguardo il potenziamento degli interventi di mercato dove occorre decisamente più coraggio che il semplice "migliorare e semplificare" le misure esistenti.
"Abbiamo mercati sempre più volatili - dicono le tre Organizzazioni - in cui gli agricoltori italiani ed europei sono sempre più deboli rispetto alle rispettive controparti a monte e a valle delle varie filiere".
Ed infine a parere di Confagricoltura, Cia, Copagri, il mantenimento della struttura a due pilastri non può esimere dal ripensare lo sviluppo rurale in funzione imprenditoriale e competitiva. L’inserimento nel secondo pilastro delle misure per l’assicurazione del reddito dei produttori costituisce un elemento positivo, ma che va completato con ulteriori linee di intervento tarate sulle reali esigenze delle imprese agricole e sul valore economico delle loro produzioni.


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