In un momento di crisi, inoltre, la mancanza di fluidità nei pagamenti si trasforma in un deleterio effetto domino, in quanto le imprese che non incassano dai propri creditori, non riescono a far fronte alle loro stesse obbligazioni o debiti nei confronti di terzi, innescando un "circolo vizioso" con conseguenze negative a cascata su tutto un sistema economico.
Anche per queste ragioni, perciò, il Parlamento europeo ha recentemente approvato la proposta di Direttiva sulla regolamentazione dei ritardi nei pagamenti, adottando una serie di emendamenti concordati con il Consiglio dei ministri.
Per la fornitura di merci si tratta di una norma di estrema rilevanza, in quanto definisce a livello europeo i tempi esatti di pagamento da parte dei debitori, siano essi enti pubblici o privati, e gli interessi di mora e dei rimborsi di quanto speso per adottare i provvedimenti di recupero crediti.
Ecco i punti principali:
- Rapporti tra imprese: in caso di mancanza dei termini di pagamento nel contratto, il termine è fissato in 30 giorni decorrenti dal ricevimento fattura o ricevimento delle merci o data di prestazione di servizi. Dalla scadenza di tali termini, sono dovuti interessi di mora oltre un importo fisso di € 40 ed ogni restante costo di recupero che ecceda tale cifra.
- Rapporti tra imprese e pubbliche amministrazioni: il termine per il pagamento è fissato in 30 giorni di calendario. Gli Stati membri possono prorogare tale termine fino ad un massimo di 60 giorni per gli Enti pubblici di assistenza sanitaria ed in altri casi circoscritti. In caso di mancato pagamento nei termini, saranno dovuti interessi legali di mora pari al tasso di riferimento più almeno 8 punti percentuali.