Un allarme condiviso dai rappresentanti istituzionali al massimo livello di diversi Paesi europei e dell’area mediterranea e dagli studiosi che hanno animato i lavori. "Quando i modelli di consumo dell’Europa e dell’America del Nord si trasferiranno in pieno anche ai Paesi emergenti – ha osservato il presidente della commissione Agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro – avremo bisogno, con le attuali condizioni, di oltre cinque pianeti per soddisfare la domanda alimentare globale".
Una situazione destinata a realizzarsi in prospettiva 2050, quando la popolazione mondiale dovrebbe superare la soglia dei 9 miliardi e i modelli di consumo dei Paesi ora emergenti saranno allineati ai nostri. "Non solo la quantità, ma anche la composizione dei consumi sarà destinata a cambiare radicalmente – ha ricordato De Castro – Cresceranno i consumi di alimenti soprattutto proteici (carne, lattiero caseari) e questo avrà un effetto moltiplicatore in termini di fabbisogni del sistema primario; basti pensare che la produzione di un chilo di carne bovina ne richiede otto di cereali e da settecento a quindicimila litri di acqua, a seconda delle tipologie di allevamento".
Uno scenario in cui la pressione sulle risorse ambientali si traduce in vulnerabilità economica e sociale e in alti rischi per le generazioni future. Per questo, a conclusione della Conferenza, è stato diffuso un Manifesto, articolato su tre punti, che verrà proposto alla discussione del Parlamento europeo:
- sostegno al ruolo della ricerca e dell’innovazione, al fine di generare aumenti di produttività diffusi e con impatti ambientali progressivamente decrescenti;
- incentivi alla funzione di land manager svolta dagli agricoltori e per la più complessiva produzione di beni pubblici di natura ambientale e sociale il cui presupposto indispensabile risiede nella difesa dell’integrità dell’attuale potenziale produttivo;
- promozione di un coordinamento globale finalizzato a mitigare il fenomeno della volatilità dei prezzi. In particolare, destinato alla gestione delle crisi di mercato e in grado di regolare le reazioni commerciali (come divieti alle esportazioni) e a limitare i fenomeni speculativi.