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L'impresa ortofrutticola vista dai top managers: quattro domande a Pino Calcagni di Besana

Per la sua nuova sezione tematica "Cultura d'impresa", FreshPlaza ha realizzato questa intervista con Giuseppe "Pino" Calcagni, Presidente di Besana Group.

FP - Besana compie 90 anni l'anno prossimo. Quali sono, secondo Lei, i fattori imprenditoriali che hanno determinato una simile longevità aziendale?

PC - Direi che tutto sommato la ragione della nostra longevità aziendale è molto semplice e risiede nel grande attaccamento al lavoro e all'impresa della nostra famiglia. Tutto nasce con i fratelli Emilio e Vincenzo Besana, fondatori dell'azienda, che erano mio nonno e suo fratello, i quali dal 1921 fino agli anni '60 del Novecento hanno dedicato ben 40 anni di vita all'impresa.

Lo stesso ho fatto io da allora ad oggi e pure due dei miei quattro figli hanno collaborato e attualmente collaborano in azienda. Riccardo è Amministratore Delegato del Gruppo; Barbara ha collaborato dando vita alla Besana UK in Inghilterra.

Devo dire inoltre che, nonostante la nostra origine lombarda e brianzola, qui in Campania abbiamo trovato le condizioni ideali per lavorare. Mutuando il concetto da un recente film italiano, direi proprio che siamo stati "Benvenuti al Sud!"

Infine, un elemento di successo di Besana è stato quello di aver saputo coniugare un prodotto della terra, come la frutta in guscio, con la componente industriale (a cominciare dalla sgusciatura, che proprio i fratelli Besana introdussero in Italia) e con la visione evolutiva che essa comporta, in termini di capacità di innovazione e di aggiornamento tecnologico.

FP - Lei personalmente ha ricoperto incarichi di primo piano in organismi di rappresentanza ortofrutticola a livello italiano ed europeo. Quali sono, a Suo avviso, le istanze fondamentali che il mondo imprenditoriale deve portare oggi all'attenzione della politica?

PC - Il mio carattere mi ha naturalmente portato ad interessarmi alle pubbliche relazioni e la mia esperienza nelle organizzazioni di categoria, se nata inizialmente come una specie di "hobby", mi ha permesso in seguito di confrontarmi ad alto livello con temi di portata sempre più vasta, prima europei e poi internazionali.

Tutto ciò mi ha condotto a prendere coscienza di un fatto: alla politica dobbiamo chiedere poco, ma suggerire molto. La nostra esperienza deve servirci per intervenire in maniera pro-attiva nei processi decisionali, spingendo la politica ad agevolare la libera dinamica imprenditoriale, senza porre bastoni tra le ruote. Il tempo in cui l'agricoltura si presentava al cospetto della politica "con il cappello in mano", quasi ad elemosinare qualcosa, o esprimeva soltanto proposte in negativo, di stampo protezionistico, non solo è ormai tramontato, ma non è servito a nulla nemmeno in passato!

Ritengo che dobbiamo confrontarci a viso aperto con gli scenari della globalizzazione, senza atavici timori, ma valutando ed accogliendo le opportunità che il mondo ci presenta. Per fare un esempio pratico: un'azienda non può sottovalutare il fatto che oggi il 48% della popolazione mondiale risiede in India e in Cina, entrambe economie in forte crescita. La domanda perciò non è: come difenderci? Semmai è: cosa possiamo suggerire alla politica nazionale ed europea per non farci perdere delle opportunità su quei mercati?

FP - A livello umano, qual è il maggiore aspetto positivo che ha tratto dal fare impresa?

PC - L'attività imprenditoriale mi ha dato soddisfazioni enormi. Oggi posso definirmi un "fortunato vincente", perché l'impegno profuso è stato anche coronato dal successo e questo mi dà ogni giorno la carica per andare avanti e dare sempre di più!

Un particolare orgoglio è quello di essere riuscito a mantenere nel tempo quel primato che i miei precursori, malgrado tutti gli alti e bassi della Storia (comprese guerre e crisi) avevano saputo creare nel settore della frutta secca. Oggi il Gruppo Besana gioca ancora un ruolo da protagonista nel mondo, nonostante la concorrenza, in quanto ha saputo ampliare la visione del prodotto, scommettendo su un assortimento vasto e diversificato. Da questo spirito d'iniziativa, dal tradurre le idee in progetti concreti mi deriva grande energia e voglia di fare.

Non minore soddisfazione discende dal fatto di aver creato un'opportunità di lavoro e di professione per centinaia di persone, cosa che in un momento di difficoltà economica come quello attuale non ha prezzo.


Pino Calcagni nella sua azienda.

FP - Quali doti sono secondo Lei essenziali per un giovane che voglia intraprendere una carriera nel mondo dell'ortofrutta professionale?

PC - Credo che il tratto essenziale sia quello del coraggio: mettersi in gioco rischiando in prima persona non è cosa alla portata di tutti e molti giovani potrebbero essere tentati da vie apparentemente più semplici e "comode".

La conoscenza di almeno tre lingue straniere è un altro elemento che ritengo indispensabile: per quanto riguarda il settore ortofrutticolo consiglierei, accanto ad un'ineludibile conoscenza dell'inglese, anche lo spagnolo e una lingua orientale, magari il cinese. Una passione per i viaggi e per l'incontro con culture diverse è altrettanto fondamentale.

Un giovane che abbia avuto la fortuna di approcciarsi con una buona "scuola imprenditoriale", come ne esistono in regioni italiane quali l'Emilia-Romagna, il Piemonte o il Veneto, ma anche all'estero, come in Olanda o negli States, non dovrebbe poi rimanere troppo a lungo in panchina, ma entrare nella mischia il prima possibile, per confrontarsi con la realtà del lavoro e farsi subito le ossa.

Seguendo lo stimolo del Besana Group, diverse aziende aderenti alla nostra associazione INC-International Nut and Dried Fruit Council Foundation hanno dato la loro disponibilità a fornire il loro contributo formativo alla fondazione in Catalogna di un'Accademia della Frutta Secca, che sarà operativa entro un anno e che si rivolgerà alla formazione di profili professionali diversi, dall'imprenditore, al buyer specializzato per la grande distribuzione, all'addetto del settore dolciario. Abbiamo infatti tutti da guadagnare da una maggiore competenza nel nostro specifico settore merceologico, che accomuni tutti gli attori principali della filiera.

Chi è:
Giuseppe "Pino" Calcagni, oltre all'attività in Besana, di cui oggi è Presidente, ha ricoperto anche diverse cariche in organismi associativi del settore ortofrutticolo.

Già Vice-Presidente dell’A.N.E.I.O.A (chiamata oggi FruitImprese, associazione che rappresenta centinaia di operatori dell’ortofrutta in Italia) nel 1978, ha svolto il ruolo di Vice-Presidente Vicario nella stessa associazione dal 1984. Assume poi la Presidenza dal 1994 al 2003 dopo di che accetta la carica di Delegato per gli Affari
Internazionali.

Nel 1982 è promotore dell’I.N.C., Consiglio Internazionale della Frutta Secca (oggi chiamata Fondazione Consiglio Internazionale della Frutta Secca e Frutta Essiccata), di cui assume la Presidenza per il triennio 1989/1992. Nel 2003 è confermato Presidente del Comitato Scientifico ed eletto Presidente anche del Comitato Relazioni Governative.

Nel 2003 è nominato Presidente del Comitato Tecnico-Scientifico del Frucom di Bruxelles (Federazione Europea del Commercio di frutta secca, frutta essiccata e frutta processata).

Nel 2000 diventa Presidente della Divisione Export dell’Associazione Internazionale FRESHFEL, poi nel 2004 Vice Presidente e dal 2006 al 2008 ricopre la carica di Presidente.

Nel 2002 è uno dei fondatori della Mediterranean Fruit Company tesa ad esplorare nuovi mercati per frutta e verdura nel bacino Mediterraneo, Medio Oriente ed Americhe. Ne è nominato Vice Presidente.

Nel 2002 è tra i promotori del consorzio per il prodotto biologico ‘Almaverde bio’, oggi in constante espansione oltre i confini nazionali.

Nel 2009 viene eletto Presidente del Gruppo Consultivo Frutta & Verdura alla Commissione Europea.