Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber

Bruni (Cogeca) interviene sulle nuove norme comunitarie in materia di vivaismo

La recente revisione delle norme che regolamentano la produzione e la commercializzazione delle piante da frutto rappresenta senza dubbio una novità importante per aumentare ulteriormente le garanzie sulla sanità delle piante proposte dal settore vivaistico ai produttori agricoli e le garanzie sulla sicurezza alimentare dei frutti offerte ai consumatori finali. Ma la nuova normativa unica europea presenta anche alcuni aspetti che dovrebbero essere, almeno in parte, modificati.

Lo ha affermato Paolo Bruni, presidente Cogeca (Confederazione generale delle cooperative agricole dell’Unione Europea) intervenendo alla tavola rotonda organizzata a Bolzano da Civi – Italia nell’ambito di Interpoma 2010, la rassegna internazionale dedicata alla mela.


Il tavolo dei relatori del convegno organizzato dal CIVI Italia ad Interpoma. (Foto: FreshPlaza).

"Prima di tutto – ha sottolineato Bruni – occorrerebbe uniformare le regole tra i vivaisti europei in quanto la Direttiva Ce 2008/90, dettando linee guida comportamentali, non viene assunta tal quale dagli Stati Membri. E questo può determinare differenti modalità applicative che poi si ripercuotono negativamente fra i produttori dei diversi paesi arrivando anche, in alcuni casi, ad ostacolare gli scambi commerciali del materiale vivaistico".


L'aula. (Foto: FreshPlaza).

"Un altro limite della normativa europea, che potrebbe creare confusione tra gli operatori, è la separazione della responsabilità della sanità del materiale vivaistico dalla responsabilità della qualità dello stesso materiale ovvero della corrispondenza varietale. In Italia, invece, i compiti di controllo per gli organismi da quarantena ed i controlli sulla qualità sono svolti da un unico soggetto, vale a dire i Servizi Fitosanitari Regionali. E anche per questo il comparto vivaistico italiano esprime eccellenze di primo piano sia per quanto riguarda il know how sviluppato e offerto al frutticoltore, sia per ciò che concerne i volumi dei materiali di propagazione prodotti annualmente".
Data di pubblicazione: