A causare questa diminuzione, le condizioni climatiche di umidità e freddo, che hanno colpito la produzione americana e quella della UE-27, con problemi in fase di impollinazione, fioritura e sviluppo dei frutti. In base a questo scenario, la produzione negli Stati Uniti dovrebbe diminuire del 25%, passando da 486.000 a 367.000 ton, mentre nell'Unione Europea la diminuzione dovrebbe risultare del 14%, passando da 710.000 a 611.000 ton.
Nonostante la notizia possa sembrare negativa per molti, è invece positiva per il Cile, paese nel quale la produzione di ciliegie è in aumento. Il Cile, inoltre, secondo il l'USDA sarà l'unico, insieme alla Turchia, ad aumentare le esportazioni internazionali di ciliegia. Secondo i dati precedenti dell'USDA si stima che, per la stagione 2010/11, il Cile passerà dalle 50.750 ton del 2009/10 a 64.400 ton. La Turchia, un paese che si propone come uno dei migliori produttori al mondo, manterrebbe invece la sua produzione stabile intorno alle 600.000 ton della stagione 2009/10.
Dei due milioni di ton di ciliegie prodotte nel mondo, l'USDA pensa che 215.000 verranno esportate, il che significa una crescita del commercio mondiale di questo frutto di quasi il 6%, a causa della ridotta produzione da parte di Stati Uniti e UE. La Turchia sarà responsabile per il 25% di queste esportazioni, destinate principalmente a UE e Russia, che rimangono i mercati più vivaci sul fronte della domanda. Il Cile risponderà alla crescita della domanda negli Stati Uniti.