Gli agronomi dell’Ortofrutticola di Albenga (SV) sperimentano con successo un sistema di difesa integrata dalla Tuta absoluta
Originaria dell’America meridionale, negli ultimi tempi la Tuta absoluta, detta anche Tignola del pomodoro, è considerata una grave minaccia per la produzione del pomodoro nell’area del Mediterraneo e, più in generale, delle Solanacee (melanzana, peperone, patate ed altre minori).
Giunto di recente dal Sudamerica, questo micro lepidottero (farfalla) minatore ha trovato lungo le coste del Mediterraneo un nuovo habitat perfetto, dove può sviluppare tra le dieci e le dodici generazioni ogni anno. Ogni femmina può deporre da 250 a 300 uova nell’arco di un ciclo vitale.
Pomodori danneggiati dalla Tuta absoluta
Questo parassita si muove a prescindere dalle frontiere e sta devastando la produzione di pomodoro, in coltura protetta e in pieno campo, nei Paesi del Sud Europa, compresa la Turchia, e nei Paesi africani affacciati sul Mediterraneo. La larva di questo lepidottero colpisce le foglie, il fusto e la bacca del pomodoro, riuscendo a causare perdite che vanno dal 70 al 100%.
Mappa della distribuzione della Tuta absoluta. Le località contrassegnate in rosso sono infestate (clicca qui per vedere un ingrandimento della mappa)
Controllare la diffusione di Tuta absoluta è una vera sfida. L’efficacia dei sistemi di controllo chimico è limitata, a causa tanto della natura dei danni provocati dall’insetto quanto della sua capacità di sviluppare rapidamente organismi resistenti agli insetticidi. L’uso di fattori biologici è ancora per lo più in fase di sviluppo e inadatto a offrire un contrasto efficace ed economico a questo parassita.
Le trappole a feromone sessuale vengono utilizzate come strumenti di rilevamento tempestivo. Nel controllo della Tuta absoluta si sono dimostrate efficaci le trappole per cattura massale e gli usi attratticidi di feromone. Allo stesso fine sono in fase di sviluppo strategie di gestione integrata delle epidemie (IPM). Infine possono essere applicate diverse sostanze attive in combinazione con metodi di controllo bio-tecnico.
Larva di Tuta absoluta
Grazie ad uno studio effettuato dagli agronomi della Cooperativa, che hanno messo al servizio dei soci le conoscenze e le esperienze maturate per contrastare questo lepidottero, la presenza nella Pianura di Albenga quest’anno è stata sensibilmente ridotta e sono stati limitati i danni causati alle coltivazioni del pomodoro.
Gli agronomi dell’Ortofrutticola sostengono la tesi che la lotta a questo insetto, che ha dimostrato una straordinaria capacità di insediarsi nel territorio, con un enorme potenziale riproduttivo e particolarmente resistente ai più comuni fitofarmaci, si presenta difficoltosa, ma non impossibile.
Esemplare adulto di Tuta absoluta
Attualmente sono molto pochi gli insetticidi efficaci disponibili. La lotta chimica, pertanto, da sola, non può risolvere il problema. L’approccio più corretto per una lotta efficace è adottare una strategia di difesa integrata che preveda l’impiego di trappole per la cattura massale dei maschi e l’adozione di mezzi di lotta agronomica, fisica e biologica.
Le trappole a feromoni per la cattura massale sono trappole selettive perché attirano solo i maschi di questa specie catturando un gran numero di individui e diminuendo molto il potenziale d’infestazione dell’insetto: l'utilizzo delle trappole su larga scala da parte delle aziende produttrici di pomodori limitrofe, ne migliora notevolmente l’efficacia.
Trappola a feromoni
L’installazione di reti anti-insetto sulle aperture laterali e di accesso alle serre impedisce l’ingresso di adulti provenienti dall’esterno. Nei territori di origine della Tuta sono stati, inoltre, individuati insetti antagonisti come i Miriadi produttori, che si nutrono delle uova e, in misura minore, delle larve del parassita. Questi insetti, per altro, sono presenti negli areali italiani nel periodo primaverile – estivo e vivono sulle piante spontanee.
Nella nuova strategia di lotta proposta dal servizio di assistenza tecnica della Cooperativa L’Ortofrutticola si prevede l'utilizzo di olio vegetale che agisce sulle uova dell’insetto provocandone l’asfissia e sugli adulti che colpiti dal trattamento cadono a terra e non riescono più a rialzarsi in volo; l’olio, inoltre, abbinato a insetticidi a basso impatto ambientale, migliora molto la loro efficacia.
"Queste strategie di lotta hanno avuto ottimi risultati, tanto da ottenere nella prima parte dell’anno pochissimi danni alle colture – dichiarano i responsabili dell'assistenza tecnica - Con l’utilizzo di olio vegetale abbiamo ottenuto i risultati sperati, con costi contenuti, ma perché ciò sia avvenuto è stato di fondamentale importanza l’utilizzo delle trappole che, oltre alla cattura massale dei maschi, hanno indicato il momento propizio per intervenire direttamente sulle piante. Infatti, quando in una settimana all’interno delle trappole vengono catturati più di una decina di insetti, le coltivazioni di pomodoro sono a forte rischio ed è quindi necessario intervenire direttamente sulle colture".
"L’insetticida, secondo gli agronomi, deve essere un tassello da inserire nella strategia di difesa, perché per avere buoni risultati nella lotta al parassita è di importanza fondamentale adottare un sistema di lotta integrata, mettendo in atto tutte le misure a noi conosciute."
"Sono molto soddisfatto dei risultati ottenuti – dice il produttore Francesco Timo, imprenditore agricolo di San Fedele in provincia di Savona e socio della Cooperativa - I responsabili dell’assistenza tecnica hanno saputo illustrarci il problema e allo stesso tempo indicarci le strategie necessarie per salvare i nostri raccolti. L’anno scorso le mie colture erano state praticamente compromesse da questo fastidioso insetto ma quest’anno i nuovi sistemi di lotta integrata indicati dai responsabili del settore mi hanno consentito di azzerare il danno. Infatti, seguendo scrupolosamente la strategia di lotta indicata, a fine stagione (primavera-estate), su tutta la produzione ho trovato un solo pomodoro 'bucato'. Certo, per noi produttori controllare le trappole e trattare le piante è un lavoro aggiuntivo, ma se la Cooperativa non avesse trovato questo sistema da adottare non avremmo avuto prodotti da immettere sul mercato".
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