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Prosegue al Centro Laimburg il progetto sullo scopazzo del melo

Dal 2007 presso il Centro di Sperimentazione Agraria e Forestale Laimburg è in corso un progetto di ricerca sullo scopazzo del melo. Dopo le fruttuose valutazioni interne dello scorso ottobre, il Consorzio altoatesino delle mele, il Dipartimento di Agraria e il Centro di Sperimentazione Laimburg hanno deciso di garantire il prosieguo del progetto per altri 2 anni. In un totale di 5 anni sarà perciò possibile acquisire nuove conoscenze sul decorso della malattia che potranno essere alla base delle future strategie di prevenzione.

Con l’intensificarsi della presenza dello scopazzo del melo negli anni 2005 e 2006 che ha causato l’abbattimento di oltre 500.000 alberi, da parte del Centro di Sperimentazione Agraria e Forestale Laimburg è stato deciso di iniziare il "Progetto strategico sullo scopazzo del melo" (abbreviato in APPL–Projekt).

Il progetto, che inizialmente ha studiato le cause molecolari della malattia, è stato finanziato fino ad un terzo dal Consorzio delle Cooperative ortofrutticole dei coltivatori VOG e VI.P, dall’Assessorato all’Agricoltura e dallo stesso Centro di Sperimentazione Laimburg.

Il nuovo direttore del Centro, Michael Oberhuber, sottolinea il significato del progetto APPL. Con una collaborazione interdisciplinare da parte dei settori della Difesa delle piante e della Biologia molecolare del Centro di Sperimentazione Laimburg sono state messe a punto le condizioni sperimentali per studiare le complesse interazioni tra l’agente patogeno ed il melo.

È stata, infatti, costruita una serra con più di cento piante in vaso, sono stati sviluppati metodi di laboratorio e sono stati condotti numerosi esperimenti d’infezione. Un DNA-Chip sviluppato appositamente per il progetto, è stato utilizzato per la prima volta per studiare, sulla base della biologia molecolare, l’effetto del patogeno sulla pianta.

Grazie a ciò si potrà comprendere meglio il decorso della malattia e si raccoglieranno quindi interessanti dati sulla risposta immunitaria. In aggiunta, con lo stato attuale della ricerca, sempre secondo il Dr. Oberhuber, sono state ottenute le prime conclusioni sul meccanismo d’azione delle sostanze "bioattive" che, in determinate condizioni, possono ritardare o ridurre i sintomi della malattia.
Data di pubblicazione: