In linea con la melanzana!
Ciò significa che se ne può mangiare una buona porzione senza rischiare di appesantirsi... Naturalmente, a patto di non alzare l’apporto calorico con le aggiunte, in particolare con i condimenti (soprattutto considerando che la struttura delle melanzane fa sì che li assorbano molto bene). Grigliate, al forno, al microonde o lessate con la buccia sono l’ideale per ridurre il senso di fame con un occhio di riguardo alla bilancia.
Le melanzane sono quindi l’ingrediente perfetto per chi deve prestare attenzione al peso. Aiutano inoltre a eliminare il colesterolo in eccesso grazie a una sostanza amara capace di stimolare la bile, simile a quella contenuta anche nei carciofi, potenziata dalla presenza di magnesio e potassio.
Unica avvertenza: mai consumarle crude. Non solo perché il gusto è pessimo, ma soprattutto perché contengono una sostanza tossica che viene neutralizzata con la cottura. La solanina è infatti un alcaloide presente in tutte le Solanacee: il problema è il dosaggio, tanto è vero che le altre piante della famiglia, come per esempio la belladonna, ne hanno una quantità così elevata da essere utilizzate come farmaci. Si possono invece consumare in tutta tranquillità, anche crudi, peperoni e pomodori, mentre vanno sempre cotte patate e melanzane.
Storia
Proviene dall’India e dalla Cina, ed è arrivata nella zona del Mediterraneo intorno al 400 d.C. grazie agli Arabi. In Italia è conosciuta dal Tredicesimo secolo, ma ci è voluto del tempo prima che quest’ortaggio si affermasse nella cucina europea, poiché nel Medioevo era considerata pericolosa per la salute, addirittura si pensava che potesse favorire la pazzia, tanto da venir chiamata "mela dei folli".
Da allora però le melanzane ne hanno fatta di strada: oggi sono un ingrediente apprezzatissimo e diffuso di molti piatti tipici e la richiesta non si limita alla stagione estiva. Se è vero che si trovano ormai tutto l’anno, sarebbe meglio comunque consumare i prodotti di stagione: si guadagna in sapore e contenuto nutrizionale e si risparmiano soldi e ambiente.
Varietà
Più dolci o un pochino piccanti, dal viola scuro al quasi bianco, ci sono melanzane tonde, ovali, grandi e piccole... Tra le varietà più diffuse: la Violetta lunga di Napoli, palermitana, delle cascine, nana precoce, tonda; la Gigante bianca di New York; la Precoce di Barbentane; la Tonda comune di Firenze; la Rossa di Rotonda (Potenza), l’unica a marchio Dop, piccola e tondeggiante e dall’aspetto simile al pomodoro, con polpa bianca.
Acquisto, conservazione e usi
Di media misura, sode e con la buccia liscia e lucida: così devono essere le melanzane. Quando invecchiano la pelle si raggrinzisce e la polpa perde consistenza, ma soprattutto il gusto diventa amarognolo. Per questo non si può aspettare troppo prima di consumarle, dopo l’acquisto: tre-quattro giorni al massimo, tenendole in frigorifero. Per togliere l’amaro e accorciare i tempi di cottura si possono tagliare le melanzane a fette, disporle in un colapasta salandole e coprendole con un peso. Dopo circa mezz’ora, si butta l’acqua scura prodotta dalle melanzane, si sciacquano e si asciugano le fette e si procede con la cottura preferita.