I grandi marchi dell'agroalimentare italiano investono all'estero
Aziende italiane come Barilla, Cremonini, Gruppo Scotti, Gruppo Ferrero (che ha recentemente costruito in Russia un nuovo complesso industriale ad alta tecnologia nella zona di Vladimir), Colussi, Parmacotto, hanno fatto dei loro marchi un punto di forza dell’export. Il made in Italy di questo settore è richiesto all’estero non tanto per le materie prime, ma soprattutto per le ricette, la cultura, il lavoro degli imprenditori.
Negli ultimi mesi, il settore italiano agroalimentare ha registrato un aumento nelle esportazioni dei prodotti: vino (22% dell’aggregato), frutta fresca e agrumi (14%), pasta (12,4%), legumi e ortaggi inscatolati (9,5%), formaggi e latticini (8,7 %), prodotti dolciari ( 8,3%).
E’ andato bene anche per l’export dei prodotti di alta qualità: DOC (Denominazione origine controllata), DOCG (Denominazione di origine controllata e garantita), DOP (Denominazione di origine protetta), IGP (Indicazione geografica protetta). Questi prodotti hanno un valore aggiunto per la loro qualità e di conseguenza hanno un prezzo più alto.