Gli scarti della potatura della vite come fonte energetica
A tal fine, infatti, è possibile utilizzare i sottoprodotti della vite, per esempio le vinacce o i sarmenti, che grazie alle nuove normative, possono rappresentare un’importante opportunità per le aziende vitivinicole, evitando una più laboriosa eliminazione e destinandoli ad un uso alternativo.
I residui della vite sono costituiti dalla cosiddetta legna dendrometrica (disponibile ogni 25 anni, alla conclusione di un ciclo produttivo) e dai residui di potatura.
La legna viene per la quasi totalità utilizzata per la produzione di energia, a differenza degli scarti di potatura che vengono interrati per la concimazione del terreno.
A tale proposito sono stati sviluppati progetti per l’utilizzo ai fini energetici degli scarti della potatura della vite.
Uno tra questi vede capofila il CRB (Centro di Ricerca sulle Biomasse) con sede a Perugia e dipendente dall’Università degli studi di Perugia, che ha promosso in collaborazione con il Ministero delle politiche agricole e forestali (cofinanziatore del progetto), il Progetto biomasse: "Energia rinnovabile per le aziende agricole derivante dagli scarti di potatura dei vigneti".
Il ricorso alle biomasse si sta velocemente sviluppando nel nostro paese in quanto permette, a costi limitati, di ottenere un reddito o comunque un risparmio energetico notevole ricorrendo a risorse di cui si può disporre con facilità.