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Sudafrica: crollo del 20-30% dei prezzi alla produzione per la Pink Lady

La produzione di mele "club" a marchio Pink Lady non è risultata premiante, quest'anno, per molti produttori sufdafricani che speravano in un plus economico, derivante da questa coltivazione. I prezzi alla produzione sono infatti scesi di circa il 20-30%.

Secondo Peter Dall, frutticoltore di Villiersdorp (Sudafrica), nonché consulente frutticolo ed ex-presidente del Sagtevrugte Produsente Trust (SPT), il calo dei prezzi sui mercati all'ingrosso si è verificato a causa di una generale sovrabbondanza di offerta di mele, a causa di nuove piantagioni illegali in Cina e di abbondanti forniture di merce cilena.

"In Cina sono stati impiantati almeno 6.000 ettari illegali - dichiara Peter Dall - una cosa che non sarebbe mai dovuta accadere. Ma quando si fanno domande, nessuno ne sa niente. Noi però possiamo testimoniare di aver ricevuto almeno 6 containers cinesi di finte mele Pink lady. Tutta la merce è stata data ad istituti di beneficenza".

Un altro fenomeno che ha avuto un impatto negativo sul prezzo è stata la sovrabbondanza di offerta nei mesi di giugno e luglio. "Per prevenire problemi di imbrunimento delle mele - spiega Dall - quasi tutti i produttori hanno confezionato il prodotto a maggio per poi proporlo sul mercato nei mesi di giugno e luglio, proprio in concomitanza con l'arrivo delle forniture dal Cile. Forse per il futuro sarebbe meglio dimezzare le forniture di merce cilena, che dovrebbe orientarsi in quei mesi verso i mercati americani, invece che verso quelli europei".

Fonte: Landbou.com