Dopo essere arrivata in Europa attraverso la Spagna a metà del 500, la patata (Solanum tuberosum nel gergo dei botanici) fece la sua prima apparizione in Italia proprio a Genova, grazie al carmelitano Nicolò Doria, giunto qui dalla penisola iberica nel 1584.
Secondo la tradizione, l'origine delle patate è da ricercare nelle terre intorno al lago Titicaca, dove sarebbero state coltivate da parte dei popoli andini prima dell'invasione spagnola. E spagnola è anche la prima varietà introdotta in Europa nel 1570, la "Papa Rosada". Sebbene fosse arrivata a Genova in quegli stessi anni, la diffusione vera e propria delle patate in Liguria risale al ’700 quando passo la diffidenza verso quella pianta che si temeva velenosa.
Tra le centinaia di varietà esposte a Torriglia oltre alla "Yam", la prima patata coltivata nella regione Liguria (1786) da don Michele Dondero, merita un cenno anche la "Lumpers", la patata della grande carestia irlandese.
L'allestimento della mostra è stato curato dall'istituto Marsano e dal centro culturale Dachà, mentre il patrocinio dell'evento è di Regione, Provincia, Unapa, consolato generale del Perù, Parco Antola, Gal, comunità montana Alta val Trebbia, Comune di Genova e ministero Politiche agricole alimentari e forestali. "Abbiamo recuperato tutto il patrimonio di varietà locali esistenti - racconta Massimo Angelini, presidente del consorzio della quarantina - dalle patate native, cioè quelle delle regioni andine, alle patate tradizionali fino a quelle commerciali".
A corollario dell'evento principale, un ricco programma di iniziative: il convegno "Dalle Ande agli Appennini: il lungo viaggio di Solanum tuberosum" presso la facoltà di Lettere e Filosofia (24 ottobre ore 9), la mostra (Patata: una grande diversità in pericolo) al Festival della scienza fino al 4 novembre, e 26 serate gastronomiche a tema fino al 29 novembre.
Per maggiori info: www.quarantina.it/expo2008.htm