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Il punto di Assocamerestero sull'export italiano: l'agroalimentare Made in Italy cresce in Turchia e in Cina

Dove e come andrà l’export italiano nel 2009? In occasione della XVII Convention Mondiale delle Camere di Commercio Italiane all’Estero (CCIE) in corso a Rimini, il presidente di Assocamerestero Edoardo Pollastri ha presentato una analisi di previsione - L’atlante del Made in Italy - relativa al primo trimestre dell’anno prossimo.

L’analisi, spiega Assocamerestero, individua gli itinerari intrapresi dall’export italiano negli ultimi anni e delinea una previsione sui trend al primo trimestre 2009 per i settori dell’agroalimentare, sistema moda, meccanica, elettronica e arredamento-design in Germania e negli Stati Uniti, nostro primo e quarto partner commerciale, ed in Russia, Cina, India, Brasile, Turchia, dove sta sviluppandosi per il Made in Italy una domanda sempre più qualificata.

Per quanto riguarda l’agroalimentare italiano, la Turchia, insieme alla Cina, si confermano anche nel primo trimestre del 2009 mercati trainanti. L’incremento del valore medio mensile nel trimestre previsto per le esportazioni sul mercato cinese supera il 65%, portando le vendite medie da 5,6 milioni di euro dell’analogo periodo del 2008 ad oltre 9 milioni.

Un tasso di crescita così elevato non stupisce se si considerano due fattori: da un lato, negli ultimi anni la Cina sembra aver assorbito stili di vita occidentali in cui il gusto e la qualità dei prodotti alimentari assumono un ruolo centrale, con evidenti riflessi positivi sull’export di prodotti Made in Italy; dall’altro, il recente abbattimento dei dazi doganali per alcuni prodotti dell’agroalimentare italiano ha senza dubbio facilitato l’ingresso delle nostre produzioni sul territorio cinese.

Crescita consistente per l’export di prodotti agroalimentari italiani anche in Turchia: dal terzo trimestre 2007 al secondo trimestre 2008 si sono registrati continui incrementi, superiori anche al 90%. Il trend dovrebbe proseguire anche nel primo trimestre 2009, periodo per il quale si prevede una crescita del 70% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, che dovrebbe tradursi in un valore medio mensile di 18,7 milioni di euro.

Il comparto agroalimentare, inoltre, è l’unico per il quale non si riscontrano brusche riduzioni delle vendite negli Stati Uniti. Il settore mostra infatti una maggiore stabilità e, secondo le previsioni, nel primo trimestre 2009 dovrebbe registrare solamente un lieve calo su base annua (-1,94%).