ECPA chiede che si faccia chiarezza sugli impatti della nuova legislazione UE sui pesticidi
La ECPA sostiene che la messa al bando di determinati pesticidi sia stata fatta più sulla base dell'impatto potenziale di una certa sostanza che non mettendo in conto i rischi e le conseguenze che da tale eliminazione potrebbero derivare, con conseguenze anche molto gravi per la produttività agricola europea.
Friedhelm Schmider, direttore generale dell'EPCA dichiara: "La tecnologia chimica è parte integrante della moderna agricoltura. Essa gioca un ruolo essenziale nella produzione di alimenti su larga scala, sufficientemente sicuri e a prezzi contenuti. I criteri proposti per l'eliminazione di alcuni principi attivi avranno come conseguenza l'impossibilità, da parte degli agricoltori, di avvalersi di strumenti già ampiamente impiegati e sperimentati nel contrasto a parassiti e fitopatologie. In uno scenario di costante crisi alimentare, l'applicazione a-critica di una simile normativa, senza una disamina delle sue conseguenze per la filiera agricola e per il costo del cibo, può solo essere definita negligente".
Nell'opinione di Schmider, l'Unione Europea avrebbe bisogno non di dismettere le tecnologie moderne, bensì di incrementarle, includendo anche pesticidi di concezione avanzata, proprio per mantenere competitiva e per produrre coltivazioni di elevata qualità. Il Consiglio Europeo ha ritenuto di eliminare alcuni principi attivi sulla base della loro presunta pericolosità per la salute umana.