Giappone: ricerca effettuata con l'ausilio di mele dimostra che gli elefanti sanno contare
Protagonista del test un pachiderma asiatico di nome Ashya, riferisce il "New Scientist"’. Un addestratore ha riempito due secchi di mele, mettendo tre frutti in uno dei contenitori e un solo frutto nell’altro. Quindi ha aggiunto 4 mele al primo secchio e 5 al secondo, e ha dato ad Ashya il tempo di riflettere. Detto fatto: l’elefante si è diretto senza indugi verso il primo contenitore, calcolando che tre più 4 (uguale 7) è sempre meglio di uno più 5 (uguale 6). La performance non sconvolgerà forse gli etologi, che ricordano come diversi animali - dalla salamandra al piccione, fino allo scimpanzé - sono in grado di riconoscere il valore dei numeri. Ma la prova sostenuta da Ashya dimostra che nei conticini da pallottoliere gli elefanti hanno una marcia in più.
Se è vero infatti che molti animali sono capaci di distinguere tra due insiemi di oggetti quando la differenza numerica fra uno e l’altro appare netta a prima vista, in genere vanno in confusione quando il gap numerico è ridotto.
Gli elefanti invece no, loro riescono a sommare piccoli numeri con un’accuratezza pari ad almeno il 90%, assicura Irie. Tutti e 4 gli esemplari messi alla prova dalla studiosa nipponica sono riusciti a distinguere altrettanto bene mucchietti simili o molto diversi tra loro: capivano qual era il più consistente sia quando la differenza era fra una e 5 mele sia quando il divario era fra 5 e 6 frutti. Resta ora da capire perché madre natura ha dotato i pachidermi di particolari abilità matematiche. Una prima ipotesi riguarda il fatto che gli elefanti vivono di solito in piccoli gruppi e che quindi può tornar loro utile riconoscere la comunità più numerosa, dunque più forte. Irie, però, chiama in causa l’evoluzione: "Le virtù aritmetiche di questi mammiferi potrebbero essere anche un effetto collaterale legato alle grandi dimensioni del loro cervello e alla loro parentela con animali più intelligenti".
Fonte: lastampa.it