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Acqua gia' utilizzata diventa irrigua nei Paesi in via di sviluppo

In otto casi su dieci l'acqua già utilizzata e non depurata viene largamente reimpiegata nei Paesi in via di sviluppo per coltivare il cibo nelle "fattorie urbane". E' quanto dimostra uno studio condotto in 53 centri urbani fra America Latina, Medio Oriente, Asia e Africa e presentato in occasione della Settimana mondiale dell'acqua, in corso a Stoccolma fino al 23 agosto 2008.

Questa pratica consente di irrigare una superficie più ampia di colture, ma allo stesso tempo può avere delle ripercussioni sulla salute e sull'ambiente. "L'agricoltura che reimpiega acque già usate - spiega Liqa Raschid-Sally, ricercatrice dell'Istituto internazionale per la gestione delle risorse dell'acqua (Iwmi) - può avere effetti sia benefici sia negativi su un gran numero di utenti urbani". Senza questo riuso, spiega lo studio, la disponibilità di cibo sarebbe decisamente minore, non avendo molte di questi città la possibilità di irrigare le colture con acqua potabile. Quindi, con l'aumento dell'urbanizzazione e la diminuzione delle risorse di acqua, il riuso diventa inevitabile.

Ad Accra, capitale del Ghana che conta quasi due milioni di abitanti, per esempio, circa 200mila persone comprano ogni giorno verdure prodotte su 100 ettari di terra irrigata solo con acque riutilizzate, secondo il rapporto dell'Iwmi. L'impiego per verdure e cereali però presenta importanti rischi per la salute, specie per le verdure consumate crude, ma anche per l'ambiente, con la contaminazione delle acque potabili. Il rapporto fa quindi appello ai Paesi interessati per ridurre i rischi sanitari con interventi poco costosi, come il lavaggio delle verdure fresche e un'irrigazione parsimoniosa.

Fonte: ansa.it