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Doha Round (WTO): Mandelson annuncia tagli 60% dazi agricoli

L'Unione Europea è in grado di portare al 60% la media dei tagli alle tariffe doganali per i prodotti agricoli e gli Stati Uniti sono pronti a nuovi contributi: a Ginevra la prima giornata della mini-ministeriale dell'Organizzazione mondiale del commercio (WTO), indetta per salvare la trattativa del Doha Round, ha registrato numerose promesse di buona volontà, pochi annunci ma la maggioranza dei paesi non ha ancora scoperto le carte. Il vero "momento della verità" sarà solo venerdì e nei giorni successivi.

Il direttore generale della WTO Pascal Lamy ha convocato per tutta la settimana a Ginevra i ministri ed alti delegati dei 153 paesi membri dell'organizzazione. L'obiettivo è di sbloccare le trattative del Doha Round sulla liberalizzazione degli scambi, lanciate nel 2001 ed arenatesi tra le divergenze sui tagli ai sussidi e alle tariffe per i prodotti agricoli e industriali.

Il commissario europeo Peter Mandelson ha subito creato scalpore annunciando alla stampa che l'UE era addirittura in grado di ridurre fino al 60% in media il totale dei diritti doganali sui prodotti agricoli, oltre quindi il minimo del 54% previsto finora per i paesi industriali. "Non è una nuova concessione. È un nuovo calcolo", ha spiegato la ministra del commercio estero francese e presidente del consiglio dei ministri dell'UE Anne-Marie Idrac.

È il 54% di prima più quello che l'Europa è disposta a concedere per i prodotti tropicali, ha confermato il sottosegretario allo sviluppo economico e negoziatore per l'Italia Adolfo Urso. La lista (che prevede un consistente taglio dei dazi) non è ancora definitiva. "Ci sono buone probabilità perché siano fuori dalla lista riso, cipolle, patate e arance. Reclamiamo inoltre l'esclusione di zucchero, limoni, mandarini, clementine, fiori e succhi di frutta".

A Ginevra già da alcuni giorni per una serie di incontri, la rappresentante americana al commercio Susan Schwab ha evocato la disponibilità degli Stati Uniti a fornire "ulteriori contributi" ma anche la necessità "dei contributi degli altri paesi, e in particolare dei paesi emergenti".

Fonte: swissinfo.ch