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Rapporto USDA sulla produzione europea di uva da tavola

Roma - Il dipartimento americano dell'agricoltura (USDA) ha pubblicato un rapporto sul settore dell'uva nell'Unione europea, nel quale si esaminano anche i punti di forza e di debolezza del settore.

L'Unione europea è il secondo maggiore produttore, importatore e consumatore di uva da tavola. La produzione è localizzata principalmente nel bacino del Mediterraneo. Il rapporto mira a spiegare l'evoluzione e la situazione del settore dell'uva da tavola, e include un'analisi di come le regolamentazioni europee e nazionali hanno influenzato la loro organizzazione e competitività.

In Europa si produce un'enorme varietà di uve. Le specie sono distinte a seconda della loro destinazione finale: vini, consumo da tavola o uvetta. Queste varietà specializzate sono il risultato di una tradizione di miglioramento qualitativo nei vigneti, inclusi continui avanzamenti nella selezione della vite.

La maggior parte del raccolto comunitario di uva è destinato alla produzione del vino (circa il 65% della produzione totale); benchè alcune varietà, come le uve moscato, abbiano usi multipli. I vigneti sono coltivati prevalentemente in aree a clima temperato, ma possono crescere anche in regioni più secche. La necessità di aumentare le superfici ha condotto anche alla realizzazione di impianti di irrigazione più efficienti.

Produzione, commercio e consumo mondiale di uva (media 2000/2004)
Paese
Produz.
(000 ton)
Imports
(000 ton)
Exports
(000 ton)
Consumo
(000 ton)
Cina
4.988
54,77
12,55
3.814
UE-25
3.529
396,00
99,00
2.268
Turchia
1.720
0,12
115,31
1.555
Cile
1.040
0,03
665,84
111
USA
813
512,63
297,96
1.028
S. Africa
337
0,37
202,93
28
Giappone
222
12,79
0,08
208
Messico
189
80,32
134,70
135
Fonti: USDA & Eurostat

Come si vede dalla tabella, l'UE è il secondo maggiore produttore, importatore e consumatore di uva da tavola. Globalmente è infatti la Cina è il più grande produttore e consumatore di uva da tavola più grande. Tuttavia, il suo ruolo nell'arena commerciale internazionale è meno importante in confronto con altre nazioni, considerando che sia le importazioni sia le esportazioni sono relativamente basse, anche se si deve fare attenzione al fatto che in anni recenti le esportazioni dalla Cina sono salite alle stelle da 667 ton nel 2000 a 25.000 ton nel 2004.

E' importante anche monitorare il ruolo della Turchia: se questa nazione dovesse entrare a far parte dell'UE, l'Unione diventerebbe il maggior produttore di uva da tavola al mondo.

All'interno dell'UE, i maggiori produttori di uva da tavola sono localizzati principalmente nel bacino del Mediterraneo. Il produttore principale è l'Italia, che rappresenta il 70% della produzione totale europea; la Spagna è seconda (15%), seguita dalla Grecia (8%). Questi tre paesi insieme comprendono oltre il 90% del raccolto dell'UE a 25 membri. Meno del 10% dell'uva da tavola è prodotto nei nuovi Stati membri, in parte a causa del clima più freddo. Tra questi, l'Ungheria ha superfici significative a vigneto, ma con produttività bassa.

Da 1993 al 2003, il 30% dei vigneti per la produzione di uva da tavola sono stati abbandonati. Tra le ragioni del fenomeno: produttori che sono andati in pensione, scarsa produttività (virus, vigneti vecchi, varietà impoverite) e crescita dei costi, come anche difficoltà nell'esportazione e crescente pressione da parte del prodotto d'importazione. Questo è particolarmente vero in Spagna dove, dai primi anni '90, un terzo della superficie utilizzata per la produzione di uva da tavola è stato abbandonato, con una riduzione del 25% nella produzione. Al contrario, migliori tecniche agricole e metodi d'irrigazione, come anche l'introduzione di nuove varietà di uva hanno prodotto un aumento del 20% nelle superfici che erano rimaste.

In Italia le due regioni dove viene prodotta la maggior parte dell'uva da tavola sono Puglia (66%) e Sicilia (25%). Il resto della produzione italiana soffre di mini-fondismo (divisione di grandi possedimenti di terra in appezzamenti più piccoli) con conseguente riduzione della produttività. L'ottanta percento della produzione italiana è costituito da due varietà di uva bianca: Italia (anche noto come Ideal) e Regina. Le varietà senza semi sono in aumento, ma ancora rappresentano soltanto il 2-3% della produzione e sono esportate principalmente verso i mercati dell'Europa settentrionale (Gran Bretagna in testa).

Pur se esportatore competitivo, l'Italia è il primo consumatore europeo di uva da tavola, consumandone due volte i quantitativi della Germania, che è il secondo maggiore consumatore. Altre nazioni forti nel consumo sono il Regno Unito, che è il maggiore importatore, la Spagna e la Grecia. I consumi procapite di Italia e Grecia ammontano annualmente a 13 kg circa.

Tra i punti di forza
della produzione europea di uva da tavola: fertirrigazione, modernizzazione degli impianti, ricerca per nuove selezioni varietali, piani per produzioni sostenibili e bio, concentrazione della produzione, marchi geografici o d'origine protetta, campagne promozionali, associazioni commerciali di esportatori (come la Fepex spagnola).

Tra le debolezze, l'USDA elenca: il mini-fondismo, l'età spesso avanzata dei produttori (in media 50-55 anni), lo scarso interesse a fondare organizzazioni di produttori, gli elevati costi energetici e di manodopera, l'anzianità dei vigneti, la scarsità di riserve idriche in alcune regioni, la stagnazione della domanda, la pressione sui prezzi da parte delle catene di grande distribuzione, i bassi margini per i produttori.

Clicca qui per scaricare il rapporto dell'USDA (in formato .pdf).