Le dispute commerciali in seno al WTO (Organizzazione Mondiale del Commercio) rischiano, secondo Mandelson, di diventare materia all'ordine del giorno se l'Europa non chiuderà il gap tra il suo sistema di regole per l'OGM e le regole in vigore in altri paesi del mondo.
L'opinione di Mandelson è che l'UE debba prendere seriamente in considerazione se non sia il caso, per quanto attiene gli OGM, di farsi capofila di un sistema di regole certe e scientificamente fondate: "Non dobbiamo riposare nell'illusione - ha detto Mandelson - che gli interessi europei siano meglio tutelati tenendoci fuori da un mercato globale che sta lavorando stabilmente a trovare una sua via attraverso le istanze oggi sollevate dagli OGM."
Mandelson ha sottolineato che se gli scenari della crescita demografica prevedono che la popolazione mondiale raggiungerà i 9 miliardi nel 2050, ne emerge che la richiesta di cibo raddoppierà, mentre d'altra parte la lotta ai cambiamenti climatici richiederà al comparto agricolo una maggiore produzione di materia prima per le bioenergie: "E' semplicemente irresponsabile e indifendibile - ha dichiarato Mandelson - non voler prendere nemmeno in esame il ruolo degli OGM nel rispondere a queste richieste future."
Mandelson è del parere che l'Europa debba sì mantenere i propri rigidi standard di sicurezza alimentare, ma che non sia il caso di tentennare nell'approvazione di prodotti che si siano scientificamente dimostrati non rischiosi per la salute umana o che potrebbero in futuro scongiurare fame e carestie.
Di parere ben diverso Nnimmo Bassey, rappresentante della filiale africana degli Amici della Terra, che ha sottolineato: "Nessuna coltivazione OGM oggi presente sul mercato ha offerto benefici al consumatore in termini di qualità o di prezzo, per non parlare del fatto che al momento questi prodotti non hanno contribuito per niente ad alleviare la fame o la povertà in Africa o in qualunque altra parte del mondo."
Fonte: Euractiv.com