Un vasto incendio sta devastando tre fronti nella zona di Ierapetra, a Creta, ed è attualmente fuori controllo. Le aree più colpite sono Achlia, Ferma e Schinokapsala. L'evacuazione di residenti e turisti, danni ad alberghi, abitazioni distrutte e vaste zone bruciate, comprese aree agricole, delineano un quadro tragico per la regione.
Secondo quanto riferito da Giorgos Karalakis, presidente della grande Cooperativa Agricola Anatoli, nota produttrice di ortaggi in serra, le fiamme si stanno sviluppando principalmente in zone a vocazione turistica, prive di coltivazioni o strutture ortofrutticole. I danni all'agricoltura sarebbero al momento contenuti e circoscritti: si segnalano soltanto due serre colpite.
© Στέφανος Ραπάνης (Stefanos Rapanis) - Cretalive
Foto: Στέφανος Ραπάνης (Stefanos Rapanis) - Cretalive
La preoccupazione, tuttavia, è in costante crescita. L'incendio continua ad avanzare senza controllo, i venti cambiano direzione di frequente e c'è il timore che - come già accaduto in passato - le fiamme possano essere fermate solo quando raggiungeranno il mare.
Thanasis Souravlis, coltivatore di pomodori a Ierapetra, riferisce che, per ora, le uniche colture distrutte sono oliveti. Tuttavia, aggiunge che non si ha ancora un quadro chiaro della situazione delle altre aziende agricole nelle vicinanze, poiché il rogo sembra aver sopraffatto le forze antincendio, attualmente concentrate sulla salvaguardia delle abitazioni e delle vite umane.
Secondo i Vigili del Fuoco, l'incendio è difficile da domare a causa dei forti venti, che mutano continuamente direzione e ostacolano le operazioni di spegnimento. I villaggi di Agia Fotia, Achlia, Galini, Ferma e Koutsounari sono stati evacuati: circa 1.500 persone, tra residenti e turisti, sono state trasferite già nella serata del 2 luglio. Il fumo ha ormai raggiunto anche il mare, nella zona di Makry Gialos. Molti bagnanti sono stati evacuati via mare con imbarcazioni di emergenza.
Il comune di Ierapetra ha aperto il palazzetto dello sport della città per accogliere residenti e visitatori costretti a lasciare le zone minacciate.