Nella costa settentrionale del Perù, in particolare nella Valle di Chira (regione di Piura), la produzione di banane biologiche è diventata una delle attività più rappresentative dell'agricoltura a gestione familiare. Oltre 9.000 piccoli agricoltori, la maggior parte dei quali gestisce lotti di terreno inferiori a un ettaro, hanno sostenuto una filiera che ha resistito a sfide climatiche, fitosanitarie e logistiche, basandosi su innovazione, organizzazione cooperativa e diversificazione.
© CEDEPAS Norte
Dall'inizio degli anni 2000, il Perù si è posizionato come uno dei principali esportatori mondiali di banane biologiche. Tuttavia, a partire dal 2017, la produzione ha registrato una tendenza al ribasso, principalmente a causa della crescente frequenza di eventi meteo estremi come piogge torrenziali, siccità prolungata e la diffusione di malattie come il Fusarium Tropical Race 4 (TR4).
Eventi meteo estremi e riorganizzazione del modello produttivo
Carlos Huamán, rappresentante della CEDEPAS Norte, un'organizzazione con oltre 40 anni di esperienza nello sviluppo rurale e nel trasferimento tecnologico, sottolinea come il cambiamento climatico rappresenti attualmente la sfida più urgente per il settore. "Nel 2023 abbiamo affrontato forti piogge, mentre nel 2024 una siccità durata quasi sei mesi che ha avuto un impatto diretto sulla produzione e ha sottolineato l'urgenza di modernizzare i sistemi di approvvigionamento idrico", spiega Huamán.
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In risposta a queste limitazioni all'accesso all'acqua, le cooperative hanno iniziato a perforare pozzi tubolari, implementare sistemi di raccolta e ottimizzare le infrastrutture di irrigazione esistenti. Kelvin Atoche Escobar, responsabile commerciale dell'alleanza di cooperative Norchira, segnala un calo del 20-30% nella produzione di frutta fresca rispetto all'anno precedente. "Allo stesso tempo, però, questa situazione ci ha spinti a cercare soluzioni più sostenibili".
Norchira e la spinta verso la diversificazione
Norchira è un'organizzazione ombrello che unisce tre importanti cooperative della Valle de Chira: APPBOSA, Usuarios Río y Valle e APBOSMAM. È nata per rispondere all'esigenza di unire le forze e ottenere economie di scala, in un contesto caratterizzato da elevati costi logistici in Perù. "La negoziazione congiunta ha permesso di ridurre significativamente i costi di trasporto, input e imballaggio", afferma Atoche.
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Dopo oltre vent'anni dedicati all'esportazione di banane fresche, Norchira sta ora entrando in una nuova fase incentrata sulla trasformazione di banane non idonee all'esportazione. A partire da quest'anno, l'organizzazione lancerà le esportazioni di purea di banana e banane essiccate biologiche, prodotti in linea con la crescente domanda europea di snack salutari e prodotti naturali. "Abbiamo la capacità produttiva, la materia prima e l'accesso a un mercato che li richiede", afferma Atoche.
La purea di banana viene prodotta da frutti che non soddisfa gli standard per l'esportazione del fresco. Da due chilogrammi di banana fresca si ottiene circa un chilogrammo di purea. Il prodotto viene commercializzato a prezzi che variano tra 1,40 e 1,50 dollari/kg e spedita in container asettici da 220 kg. Questa alternativa consente ai produttori di valorizzare frutta precedentemente venduta sul mercato interno a prezzi bassi, migliorando la stabilità del reddito.
Innovazione agricola e gestione del Fusarium
Una delle principali minacce fitosanitarie del settore è la presenza del Fusarium Tropical Race 4 (TR4), rilevato per la prima volta in Perù nel 2021. Questo fungo terricolo può rimanere attivo fino a 40 anni, rendendo il suo contenimento una priorità nazionale. Nell'ambito del progetto "Rafforzare la filiera della banana biologica", cofinanziato dalla Cooperazione svizzera (SECO) e implementato da CEDEPAS Norte, si stanno sviluppando pacchetti tecnici, che includono l'uso di biofertilizzanti, microrganismi benefici e ammendanti, oltre a rigorosi protocolli di biosicurezza.
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Parallelamente, con il supporto di SENASA, CIRAD (Francia) e Agrofair, sono in corso dei test sul campo per introdurre varietà di banane resistenti al TR4. "Se queste varietà si adatteranno bene, rappresenteranno un importante passo avanti per la sostenibilità a lungo termine della coltivazione biologica di banane in Perù", spiega Huamán.
Certificazioni, logistica e accesso al mercato
Le certificazioni biologiche e Fairtrade rimangono strumenti chiave per accedere ai mercati premium, in particolare negli Stati Uniti (che rappresentano il 54% delle esportazioni), ma anche nei Paesi Bassi, in Germania e in Italia. Tuttavia, le dinamiche di mercato si stanno evolvendo e la redditività è sotto pressione. Secondo la Norchira, la domanda di banane Fairtrade è diminuita. "Nel 2018, il 95% della nostra frutta era etichettata Fairtrade. Oggi è solo il 70% circa. La rimanente parte è biologica ma non certificata e viene venduta a prezzi che spesso scendere al di sotto dei costi di produzione", sottolinea Atoche.
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Ad aumentare la pressione contribuiscono gli elevati costi logistici. La carenza di container e le interruzioni nei porti hanno avuto un impatto negativo sulla competitività. "Riprogrammazioni e ritardi comportano costi aggiuntivi che riducono i margini di profitto dei piccoli agricoltori", aggiunge Huamán.
Prospettive e sostenibilità del settore
Il settore peruviano della banana biologica è a un punto di svolta. Da un lato, rimane un'opzione sostenibile, radicata nella responsabilità ambientale e sociale. Dall'altro, deve adattarsi rapidamente a un contesto globale in continua evoluzione. La diversificazione dei prodotti, la modernizzazione dell'irrigazione e della gestione del suolo, il controllo delle malattie e una più solida organizzazione cooperativa, sono pilastri fondamentali dell'attuale strategia di sviluppo.
Nei prossimi cinque anni, il settore punta a stabilizzare i livelli di produzione, aumentare il valore attraverso le esportazioni dei prodotti trasformati e consolidare la sua presenza sui mercati biologici.
"Proseguiamo con una visione positiva verso una catena del valore più equa, efficiente e sostenibile, che garantisca prezzi soddisfacenti per i produttori e prodotti di qualità con tracciabilità e valore sociale per i consumatori", conclude Atoche.
Per maggiori informazioni:Karlhos Quinde Rodríguez
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