"I frutticoltori, gli agricoltori in generale, devono essere visti come l'anello di base e indispensabile per la filiera. Non devono più essere considerati come 'polli da spennare', alla mercé di un mercato che prima remunera tutti gli altri, e poi dà a chi fatica di più solo quello che rimane".
Lo afferma Massimo Boschi, frutticoltore di Cesena che in questo momento sta producendo ciliegie, ma coltiva anche albicocchi e peschi. "Per le albicocche, le cose sono andate male in quanto la brinata di marzo ha causato una perdita di produzione molto elevata. Sono più ottimista per pesche e nettarine".
© Cristiano Riciputi | FreshPlaza.itMassimo Boschi
"Riguardo alle ciliegie, le cose stanno andando molto bene: la produzione è buona e i prezzi molto sostenuti. Ma questo buon risultato lo si ottiene solo a fronte di forti investimenti. Infatti io ho l'impianto di protezione contro grandine e insetti; in tal modo i frutti sono protetti e riesco a raccogliere ciliegie di alta qualità. Grazie alle reti anti-insetto, i trattamenti sono ridotti al minimo e così si abbattono anche i costi".
Boschi prosegue: "Ma gli investimenti come quelli per gli impianti di protezione sono elevatissimi e non tutti se li possono permettere. Non dimentichiamo che non tutti fanno parte di OP e quindi non tutti riescono ad accedere a contributi. Io, ad esempio, non ho mai ricevuto un euro a fondo perduto".
L'agricoltore fa parte anche del movimento "Agricoltori Attivi Romagnoli". "Vogliamo che il mondo agricolo riacquisti la propria dignità. Non chiediamo delle elemosine, ma solo di vivere del nostro lavoro. Produciamo cibo, che è il bene più prezioso della terra, eppure ogni giorno dobbiamo lottare per coprire almeno le spese. In nessun'altra categoria produttiva è così, solo in agricoltura e pesca. La società, i consumatori devono rendersi conto di questo. Senza la nostra categoria, non solo mancherebbe cibo, ma anche il territorio rimarrebbe incustodito", conclude.