"Siamo tutti contenti quando un prodotto ottiene una remunerazione equa, che compensa ogni attore della filiera, però stiamo attenti a non esagerare e a non cadere nella speculazione: oltre a un certo limite, i nostri clienti non sono disposti ad andare, pena il rivolgersi al prodotto estero".
© Freddi Prod. Ortofrutticoli sncCipolla del Veneto
È la riflessione di Matteo Freddi, titolare dell'azienda emiliana "Freddi 1926" ed esperto del comparto. "Da 2-3 anni siamo di fronte a prezzi piuttosto elevati in campagna, con cifre che si ripercuotono poi lungo tutta la filiera. Da un lato sono il primo a dire che i produttori non solo devono coprire le spese, ma devono guadagnare il giusto per il proprio duro lavoro; dall'altro, però, metto in guardia di non esagerare. Ultimamente siamo di fronte a richieste fin troppo esose, per un prodotto di qualità non sempre eccelsa".
© Freddi Prod. Ortofrutticoli snc
"I nostri clienti della Gdo - prosegue - prediligono il prodotto italiano, è vero, ma possono acquistare anche quello estero, quando viene loro offerta cipolla di qualità molto superiore a un prezzo talvolta inferiore del 30-50%. Turchia, Egitto, Australia, India: vi sono nazioni che lavorano bene, rispettano i nostri protocolli fitosanitari e, per loro fortuna, hanno costi di produzione ben più bassi dei nostri. E quando la signora Maria va a fare la spesa, con i tempi che corrono guarda anche ai 10-20 centesimi in meno al kg".
Freddi aggiunge che in questi giorni sono a disposizione le prime cipolle bianche italiane. "Nello specifico, noi abbiamo cipolle del Veneto, dalla zona di Rosolina (Venezia, ndr) che rappresentano, insieme a quelle della Sicilia, il primo avamposto nazionale nella precocità di produzione".
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