Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber

Carenza di angurie: un'azienda marocchina cerca soluzioni in Italia

La scarsità d'acqua, le restrizioni alla produzione e i parassiti sono solo alcuni dei fattori che stanno influenzando la stagione delle angurie in Marocco e, da alcune settimane, la campagna è in stallo. Le angurie ovali, soprattutto quelle di grandi dimensioni, sono praticamente scomparse dal mercato locale e da quello di esportazione e sono stati riscontrati evidenti problemi di qualità.

Said Aghzou, proprietario e direttore generale dell'azienda agricola Valyour, afferma: "La stagione è iniziata con una significativa riduzione delle superfici coltivate. Il Ministero degli Interni ha raccomandato di ridurre la superficie dedicata alla coltivazione dell'anguria rossa da 5.000 ettari a circa 2.000 ettari. Questa misura mira a preservare le risorse idriche e ad adattare l'agricoltura ai nuovi vincoli climatici".

I coltivatori hanno poi dovuto fare i conti con i parassiti che rendevano le angurie inadatte al consumo. La regione di Taroudante, in particolare, ha avuto grossi problemi con la qualità delle angurie, soprattutto a causa dell'infestazione di afidi. Questa situazione ha portato a un calo significativo dei raccolti, con ripercussioni dirette sugli ordini ricevuti da molti dei nostri clienti, sia vecchi che nuovi. La mancanza di quantità disponibili ha rappresentato per noi una grande sfida".

In Marocco la raccolta delle angurie si alterna tra le regioni, da sud a nord, man mano che la stagione avanza. In alcune regioni meridionali, come Tata, è stata vietata la semina. La regione di Zagora ha iniziato la stagione con volumi inferiori alla norma. In seguito, problemi di qualità hanno colpito le regioni di Taroudante e Marrakech, dando inizio alla carenza di angurie. Quantità limitate sono poi arrivate da regioni come Fès, mentre il raccolto più atteso è quello del Gharb (costa atlantica settentrionale), in attesa dei risultati in termini di qualità che arriveranno nei prossimi giorni.

Aghzou afferma: "Gran parte del nostro raccolto viene coltivato nelle regioni del Gharb (Larache, Moulay Bouselham e Laaouamra), oltre che a Meknes e Berkane. Per garantire i contratti con i nostri clienti e compensare le perdite nelle regioni di Taroudante e Marrakech, abbiamo acquistato le coltivazioni di angurie nella regione di Gharb, corrispondendo fino a 3.000 euro circa per ettaro. Questa strategia ci sta permettendo di fidelizzare i clienti e di mantenere la nostra posizione di mercato nonostante le attuali difficoltà".

Le difficoltà incontrate finora, tuttavia, avranno probabilmente un impatto sulla campagna 2024 nel suo complesso. Seppur si sta cercando di salvare l'attuale stagione, Aghzou dice di essere proiettato alla prossima. "Dobbiamo affrontare queste nuove sfide con determinazione e innovazione. Per combattere gli afidi nella prossima stagione, il nostro team si è recato in Italia lo scorso maggio con l'obiettivo di consultare i coltivatori italiani ed esplorare modi efficaci per combattere questi parassiti".

Il coltivatore continua: "La visita in Italia si è rivelata molto fruttuosa. Abbiamo avuto l'opportunità di parlare con coltivatori italiani esperti che hanno condiviso con noi i loro metodi avanzati di lotta agli afidi. Queste discussioni ci hanno permesso di acquisire tecniche innovative che intendiamo implementare a partire dalla prossima stagione, al fine di migliorare la qualità dei nostri raccolti e ridurre al minimo le perdite dovute alle infestazioni. Siamo certi che queste nuove pratiche avranno un impatto positivo significativo sulla nostra produzione futura. A luglio è prevista una seconda visita per convalidare i risultati di questi metodi sulla campagna italiana".

Per quanto riguarda il problema non meno grave della siccità, Valyour sta cercando soluzioni nei Paesi Bassi. Aghzou afferma: "Il nostro team di ricerca e sviluppo continua a cercare soluzioni innovative per regolare il consumo di acqua nella coltivazione dell'anguria. Studiando i successi olandesi nella produzione di pomodori, dove hanno raggiunto un consumo di 5 litri/kg di pomodoro, speriamo di poter applicare metodi simili per ottimizzare l'uso delle risorse idriche e migliorare la nostra produzione di angurie".

Per maggiori informazioni:
Said Aghzou
Valyour
+212661552683
[email protected]

Data di pubblicazione: