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Giorgio Puccia: "Dobbiamo smettere di pensare di essere i soli a produrre pomodoro!"

Orticole, prezzi bassi: è finita la spinta durata quattro anni

"Dall'epoca della pandemia di Covid-19 fino all'anno scorso, il comparto produttivo e commerciale orticolo italiano ha vissuto fasi di moderata prosperità. Essenzialmente, negli ultimi quattro anni non si è confermato il ciclo del deprezzamento delle principali referenze alle soglie dell'estate". A dirlo è Giorgio Puccia, commerciate di lunga esperienza al mercato di Vittoria, in Sicilia.

"Certo, lo scorso anno ci sono stati momenti - prosegue l'imprenditore - in cui, in pieno autunno tra ottobre e novembre, con strascichi fino a dicembre e gennaio, le alte temperature hanno causato una sovrapproduzione, concomitante a una domanda stantia, per pomodoro e altri articoli: periodi con prezzi bassissimi e quote di invenduto. Si è trattato di fasi transitorie, però, cui sono seguite impennate della domanda e prezzi alti".

Giorgio Puccia

"Prima è stata la pandemia a dare la spinta verso il maggior consumo di prodotti sani e freschi come frutta e verdura - sintetizza l'intervistato - poi è seguita la cessazione (o forte riduzione) delle produzioni invernali del centro e dell'est Europa, dovuta alla crisi energetica innescata dalla guerra. Tutti fattori che hanno reso vivace la commercializzazione ortofrutticola italiana".

"Oggi tutte queste spinte dovute a evenienze sociosanitarie e geopolitiche straordinarie (per quanto spiacevoli per tutto il mondo) hanno cessato la loro azione - spiega meglio Puccia - E, quel che è più importante, dobbiamo smetterla di pensare di essere i soli a produrre, come accadeva negli anni '70/'80. Frattanto, i vecchi competitor sono tornati e quelli nuovi, vedi la Turchia, sono sempre più agguerriti e altri ancora ne stanno arrivando come Albania, Grecia etc. Insomma, la musica è cambiata e potremo salvarci sono distinguendo le nostre produzioni con l'alta qualità!"

"Nel frattempo, la situazione al mercato ortofrutticola di Vittoria non lascia altro da fare che affidarci alla ripresa, speriamo ai primi di luglio - dice l'esperto - Il momento, infatti, sarà altalenante almeno finché non termineranno le produzioni vecchie, quelle cioè del ciclo lungo invernale. Ma cominciamo questa sintetica analisi con un prodotto che regge: il peperone. Il prezzo è soddisfacente, da 1,60 euro al kg a scendere, a seconda della qualità, perché c'è poca disponibilità in giro. Il ciliegino, laddove proveniente da nuove produzioni, non riesce ad andare oltre gli 80 centesimi ma bisogna dire che siamo in ripresa, rispetto ai 40 centesimi e meno dei giorni scorsi. Il pomodoro piccadilly, beninteso come segmento, registra un leggero aumento dovuto a promozioni calendarizzate nella GDO con quote di 70 centesimi, mentre il Proxy (sempre inteso come segmento e più orientato all'ingrosso) spunta qualche centesimo in più. Anche il tondo liscio non va bene, con soli 60 centesimi al kg, anche perché soffre dell'arrivo del prodotto del centro Italia, principalmente. Il dato oggettivo è che tutti i prezzi sono al di sotto dei costi produzione".

"Anche gli altri articoli non brillano - conclude Puccia - La melanzana tonda non va oltre i 50 centesimi, mentre quella violetta spunta da 1,60 euro a scendere (sempre a seconda della qualità) perché vi è poca disponibilità in campagna. Cetriolo e zucchina verde scura, da produzioni ormai stanche, quotano rispettivamente 30 e 60 centesimi. Le prospettive sono quelle di un possibile cambiamento con l'arrivo di luglio, come accennato, quando finiranno definitivamente le produzioni vecchie e cominceranno quelle nuove estive. L'impulso verso un risvolto positivo, quantomeno migliore, dovrebbe arrivare proprio dalla GDO nazionale e internazionale, verosimilmente in concomitanza con le ferie e con l'attività turistica estiva europea!".