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Il CDSC di Marradi (Firenze) si impegna per dare un nuovo volto alla coltura del castagno

La castanicoltura deve diventare professionale e specializzarsi

"La castanicoltura è in una fase critica che si dibatte fra il calo delle produzioni e l'aumento delle richieste da parte del mercato per prodotti sia freschi che trasformati". Lo afferma l'esperto Luciano Trentini, vice presidente del Centro di Studio e Documentazione sul Castagno di Marradi (Forenze), proseguendo: "È proprio per rispondere a questa situazione, e frenare l'erosione della castanicoltura tradizionale in molte zone del nostro paese, dove non è salvaguardata e rischia l'abbandono, che abbiamo organizzato un incontro per stimolare nuovi investimenti in castanicoltura di alta collina e montagna, più specializzata e in linea con le esigenze del mercato. Una castanicoltura che sia in grado di fornire nel tempo maggiori quantità di castagne e marroni da destinare al mercato del fresco e dell'industria".

Foto d'archivio Macfrut 2023: al centro, Luciano Trentini ed Elvio Bellini del Centro Studi e Documentazione del Castagno di Marradi. Primo a sinistra, Renzo Panzacchi

L'evento si terrà sabato 22 giugno dalle ore 10 a Marradi (presso il Teatro degli Animosi), il tutto organizzato dal Centro di Studio e Documentazione sul Castagno. Il XXI incontro-dibattito avrà come titolo "Nuovi impianti di castagneti specializzati: progettualità e fasi esecutive".

"La produzione europea di castagne e marroni in questi ultimi cinquant'anni ha subito un forte ridimensionamento, infatti si è passati dalle 450.000 tonnellate degli anni settanta alle attuali 160.000 tonnellate", precisa Trentini.

"Per il nostro paese, aumentare la produzione vuole dire ridurre le importazioni con importanti vantaggi economici (circa 65 milioni di euro spesi per l'importazione in questi ultimi anni) e ambientali (minori emissioni di CO2 per i trasporti a lunga distanza e maggiore quantità catturata dalle coltivazioni)".

La necessità di modificare il modello produttivo nasce da una serie di problematiche che limitano il settore quali ad esempio: il difficile reperimento della manodopera; la collocazione dei castagneti in zone con forti declivi, a volte difficilmente raggiungibili; effetto del cambiamento climatico caratterizzato da intense piogge che in questi ultimi anni hanno gravemente danneggiato il patrimonio castanicolo. Un esempio è dato dagli effetti dell'alluvione del 2023 che ha colpito duramente l'appennino Tosco Romagnolo, in particolare in quelle aree caratterizzate da un patrimonio castanicolo vetusto.

"Oltre a questi aspetti, dobbiamo ricordare le problematiche fitosanitarie che hanno messo a dura prova anche la resistenza dei castanicoltori e non solo dei castagni. Ricordiamo il problema della Vespa Cinese, del Cancro corticale, della presenza della Gnomoniopsis. Con questo incontro vogliamo analizzare nuove potenzialità per il nostro sistema produttivo, per fare fronte alle esigenze del settore nell'ottica del cambiamento, anche dei consumi. Come si può vedere dal programma allegato - conclude Trentini Vice - le esperienze dei diversi relatori ci consentiranno di trarre spunti importanti per lo sviluppo della nostra castanicoltura. La programmazione di incontri come questo e la realizzazione di impianti pilota sono un elemento imprescindibile per migliorare le conoscenze e per fare una vera formazione, rivolta soprattutto ai giovani castanicoltori".

Per maggiori informazioni
Scarica qui la locandina
Prof. Elvio Bellini CSDC
+ 39 338 5063274
Luciano Trentini
+39 335 225947