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Il commento di un tecnico

In conclusione la campagna fragole della Basilicata

La campagna fragolicola della Basilicata è alle battute finali: dopo circa 6 mesi di raccolta e vendita. Una stagione che, a detta degli agricoltori e operatori locali sinora intervistati, si è mostrata difficile già dalle fasi di trapianto, quando problemi di scarso attecchimento delle piantine hanno costretto gli imprenditori a ripetuti rimpiazzi, generando così un ritardo nello sviluppo delle coltivazioni. L'andamento climatico anomalo e mite, con successivi sbalzi termici significativi, ha poi fatto il resto, amplificando la riduzione delle rese proprio nei periodi in cui sarebbero dovuti partire, da questi aerali del Sud Italia, ingenti volumi di fragole.

Franco Lillo, tecnico di campo della OP Asso Fruit Italia di Scanzano Jonico (Matera): "Siamo al termine di una campagna caratterizzata più da ombre che da luci. Ad oggi, in regione, oltre il 50% degli ettari investiti viene gradualmente abbandonato proprio in queste ultime ore, specie dopo il crollo commerciale registrato negli ultimi 7-9 giorni, anche a causa di un abbassamento della qualità della merce e dell'arrivo delle produzioni dal nord. Chi è riuscito a raggiungere 400-450 g/piante si reputa soddisfatto, perché le grammature medie sono risultate inferiori del 20% rispetto alla passata stagione. In specifichi momenti primaverili, si sono avute flessioni anche del 60-70%".

Raccolta fragole nel Metapontino - foto d'archivio

Per poche aziende, però, la stagione dovrebbe continuare fino alla prima metà di giugno. "Speriamo che le condizioni climatiche, la disponibilità di manodopera e quella irrigua consentano ai produttori di allungare la raccolta ancora per qualche altro giorno, anche per concludere i programmi di fornitura stipulati con i supermercati. Mentre si attendono le liquidazioni, i commenti dei produttori sulla stagione non sono del tutto positivi: la stanchezza e la demoralizzazione evidenziano i risultati non proprio straordinari ottenuti in campo e sui mercati. Torno a ribadire che una lieve riduzione degli ettari investiti in Basilicata porterebbe benefici ai veri protagonisti della filiera".