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L'uva pugliese sul palcoscenico italiano dell'ortofrutta europea

Poco importa il colore della bacca (bianca, nera o rossa), l'assenza o la presenza di semi e il comune in cui viene coltivata; l'uva da tavola pugliese è stata protagonista nei tre giorni di fiera a Rimini, dove sono stati coinvolti importanti attori e realtà nazionali e internazionali del settore.

"Nel 2026 crediamo di poter contare altri 1000 ettari in più in produzione delle varietà seedless coltivati in regione, portando così ancora più in alto il primato italiano in Europa e facendo crescere maggiormente le superfici investite in Puglia, regione leader per la produzione di uva da tavola con il 60% degli ettari dedicati, seguita dalla Sicilia (35%) e dalla Basilicata (5%). Oltre il 50% degli impianti presenti nel territorio pugliese riguardano cultivar a bacca bianca", precisa Giacomo Suglia, presidente di Apeo (Associazione Produttori Esportatori Ortofrutticoli) e vicepresidente di Fruitimprese.

Parte del team del Consorzio Nu.Va.U.T (Nuove Varietà di Uva da Tavola) e il CREA per la viticoltura ed enologia di Turi (Bari).

E aggiunge: "È stato un appuntamento che ha rappresentato un momento cardine per il comparto. Un'opportunità di confronto colturale, culturale e commerciale capace di fornire un impulso all'imprenditoria pugliese (e non solo). Un'agenda ricca di appuntamenti, con convegni e un simposio internazionale, a cui hanno partecipato anche i tre breeder pugliesi (Grape&Grape, Consorzio Nu.Va.U.T e Rete Italian Variety Club). E' risaputo che, rispetto agli altri Paesi, l'Italia è partita in ritardo in termini di ricerca e innovazione su nuove selezioni di uva apirene, poiché da sempre fedele alle cultivar tradizionali, verso cui però la preferenza dei consumatori è scemata negli ultimi anni. Fortunatamente, grazie alle fattive collaborazioni tra pubblico e privato, tradotte in progetti e sperimentazioni, la Puglia è stata portatrice della rivoluzione nella filiera con diverse cultivar, le quali hanno fin da subito mostrato ottime capacità di adattamento alle condizioni pedoclimatiche della zona e riscontri commerciali soddisfacenti".

Giacomo Suglia, presidente dell'Associazione Produttori Esportatori Ortofrutticoli-APEO

A raggiungere Rimini da tutte le province pugliesi sono stati anche diversi produttori locali. "Tanti protagonisti della filiera dell'uva da tavola hanno preferito non perdersi questa intensa edizione, in cui l'uva è rimasta al centro dell'agenda. Si è parlato di mercati, dei rincari dei costi, della logistica, del cambiamento varietale. L'uva è tra i prodotti più piantati al mondo: ci sono Paesi che stanno facendo parlare di sé, come Spagna, Grecia, Macedonia, Bulgaria, Sudafrica e Cile, dove continuano a crescere le superfici. Più del 50% del prodotto italiano viene esportato all'estero. Se la Germania è il nostro primo mercato di destinazione, in crescita appaiono anche le esportazioni verso i Paesi del Golfo Persico. Mi fa piacere essere stato tra i rappresentanti della filiera locale. Mi inorgoglisce sapere quanto l'aggregazione e la cooperazione stiano cambiando il modo di vedere e di fare le cose, qui in Puglia. Siamo tutti coinvolti".