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Il freddo improvviso al Centro-Sud è il benvenuto

Nelle regioni centro-meridionali è stato un weekend di freddo, con forti raffiche di vento e neve anche a bassa quota (fino a 500-600 m), per via di un'irruzione artica che ha portato un crollo termico di oltre 8-10° C un po' ovunque.

Campi a Candela (Foggia), al confine con la Basilicata.

Dopo un autunno piuttosto mite, definito finora dagli esperti come il più caldo di sempre, è arrivata la prima neve in Basilicata, Molise, Campania e in Puglia, con rovesci su pianure e coste. Molti gli areali in cui le minime si sono mantenute vicine allo zero. Non si sono comunque registrati disagi alla viabilità e in agricoltura, se non qualche danno provocato dal forte vento, sia alle coltivazioni in pieno campo (specie alle orticole, con piante spezzate e/o inclinate) sia alle strutture serricole, compromettendo in particolare le plastiche di copertura.

L'improvviso ribaltamento climatico e dunque le prime correnti artiche sono però vantaggiose per alcune referenze ortofrutticole, come per gli agrumi, che già vantano un andamento commerciale piuttosto positivo.

"Finalmente l'inverno è arrivato - commenta un agrumicoltore di Massafra (Taranto) - Note negative non c'è ne sono, fortunatamente. Già da settimane aspettavamo l'arrivo di temperature più in linea con la stagione Nonostante le ottime richieste registrate sin dall'avvio della campagna, gli operatori si sono sempre lamentati dello scarso viraggio di colore dei frutti, causato dal clima mite. L'arrivo del freddo, seppure improvviso, oltre a una completa colorazione dei frutti, porterà un aumento del tenore zuccherino, finora rimasto intorno a 12-14° Brix per le clementine".

"Ancora meglio per le arance, il cui ritardo di maturazione risultava più marcato e superiore ai 10 giorni rispetto al 2022. Ben venga quindi l'abbassamento termico, purché non piova troppo".

Il freddo dunque stimola maggiormente il consumo di agrumi, oltre ad accelerarne la maturazione. Con le temperature basse, pure il consumo di mele e pere diventa più vivace.

Per le brassiche, come d'altronde per tutte le altre coltivazioni sensibili alle temperature troppo rigide, se da una parte le disponibilità potrebbero diminuire a causa dell'interruzione o rallentamento dello sviluppo e della maturazione del prodotto, dall'altra potrebbe essere l'occasione per ravvivare maggiormente il mercato delle verdure invernali, già improntato a prezzi superiori alla media per via dell'offerta decisamente scarsa generata da un andamento climatico complessivo sfavorevole.