"Come avevamo anticipato precedentemente ai nostri clienti, vedendo il sorprendente esordio commerciale, trovare a Natale le uve sui bancali sarebbe stato un'impresa non semplice per i consumatori. A distanza di alcuni mesi, confermiamo quanto preannunciato. Si è venduto tutto e bene, complice una serie di concause", così spiega dalla Puglia l'imprenditore Donato Fanelli, il quale chiude la stagione dell'uva da tavola con circa un mese di anticipo.
A contribuire all'ottima riuscita dell'annata è stata la scarsità di prodotto stimata intorno al 30-40% su tutte le uve (sia con semi che apirene) e le eccellenti qualità dei grappoli, grazie a un andamento climatico mite e asciutto da settembre in poi e che, oltre a non generare problemi alle produzioni, ha anche vivacizzati parecchio i consumi. Infatti, con temperature quasi sempre vicine ai 30° C, l'uva veniva preferita rispetto ad altri prodotti ortofrutticoli.
"Questa campagna non deve però farci mettere la polvere sotto al tappeto - afferma Fanelli - Non possiamo permetterci che i problemi degli ultimi 10 anni vengano cancellati da una favolosa annata, poiché potrebbero ripresentarsi il prossimo anno".
Per la maggior parte delle aziende, la campagna 2023 è dunque terminata da alcuni giorni o lo sarà a breve. Una campagna positiva, contrassegnata da prezzi di partenza piuttosto alti. "In alcuni casi abbiamo spuntato quotazioni anche triplicate rispetto al 2022, con medie sulla pianta di 1,50 €/kg per le uve tradizionali e di 2,00 €/kg per quelle seedless. Le uve più vendute sono state quelle bianche senza semi e la varietà Italia".