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Alcuni pareri italiani dalla fiera The Global Produce and Floral Show negli Usa, ex PMA

Non tutte le fiere sono un successo

Le fiere sono un ottimo strumento di promozione, anche all'estero, ma non sempre vanno come ci si aspetta. Almeno così pare essere per alcuni italiani che hanno partecipato di recente al "The Global Produce and Floral Show" (GPFS) negli Stati Uniti.

Ascoltando alcuni espositori italiani partecipanti alla fiera GPFS di Anaheim emergono perplessità sulla divisione merceologica attuata dalla fiera, che ha comportato un minor passaggio di persone tra gli stand.

Enrico Turoni della ditta TR ha le idee ben chiare: "Da espositore dico che questa edizione del GPFS organizzato dalla International Fresh Produce Association si è rilevata molto al di sotto delle precedenti, soprattutto alle edizioni prima della pandemia del 2020 quando la fiera era conosciuta come PMA Fresh Summit organizzata dalla Produce Marketing Association".

"Da dopo la pandemia, gli organizzatori hanno diviso le tecnologie dai produttori ortofrutticoli, relegandole in un angolo della fiera con corridoi poco frequentati, a differenza di quelli della zona riservata alle aziende produttrici che presentavano una grossa affluenza".

Ma Turoni non è il solo ad esprimere perplessità. Un altro espositore italiano del comparto tecnologie dice: "L'investimento importante che le aziende devono affrontare per partecipare all'evento non è assolutamente ripagato dagli incontri ottenuti nei due giorni di fiera. Prima della pandemia le aziende erano mescolate e l'affluenza era notevolmente maggiore".

Anche Claudio Zarri, di Checchi&Magli, non è stato molto soddisfatto: "La fiera è logisticamente molto impegnativa e per questo si spera sempre di avere dei riscontri. Purtroppo non è stata allestita una vera e propria zona per la meccanizzazione, quindi il nostro comparto è stato penalizzato".

Turoni conclude, all'unisono con altri: "Fino ad alcuni anni fa era normale avere un piacevole e professionale confronto con gli organizzatori, nella persona di Nancy Tucker, adesso pensionata, durante la fiera o in occasione di altri eventi fieristici mondiali. Ora posso dire che i miei unici riferimenti sono dei nomi e delle email di persone che non ho mai incontrato, nonostante la ultradecennale presenza in questa fiera statunitense".