L'andamento commerciale sembra soddisfacente, per le uve pugliesi, e non solo in Italia. A detta di agricoltori e operatori, c'è una entusiasmante richiesta dall'Europa, a fronte di un'offerta limitata generata dalla diffusione delle malattie fungine come conseguenza del perdurare dell'instabilità climatica di maggio/giugno.
"Siamo entrati nel vivo della stagione ormai da qualche settimana, eppure quest'anno si fa fatica a trovare i giusti quantitativi richiesti dal mercato. La flessione della produzione, stimata complessivamente intorno al -30%, si sta facendo sentire e ha il suo peso nel programmare al meglio gli scarichi". A riferirlo è Claudio D'Alba, CEO della Plantis Group, società pugliese che fornisce frutta e verdura a grossisti e catene della Gdo estera.
"L'ottimo momento è visibile già dai prezzi di vendita - aggiunge - con rincari del 15-20% rispetto a un anno fa. Spediamo dai 250 ai 300 bancali di uve a settimana in Europa, con i Paesi scandinavi e baltici come principali destinazioni della merce. Negli ultimi 10 giorni, abbiamo registrato un aumento della domanda pari al 30%, in particolar modo per le varietà bianche senza semi. Bene anche le uve rosse e le cultivar tradizionali".
A rendere interessanti e ricercate le uve italiane è anche la loro qualità, la quale appare decisamente migliore rispetto alla campagna passata. "La campagna dell'uva da tavola è ancora lunga, ma, da qui a un mese, potremmo registrare una forte carenza di prodotto delle varietà bianche, le quali, rispetto alle rosse, sembrano essere più premiate sui mercati, con prezzi di vendita maggiorati del 10-15 percento. Malgrado le problematiche climatiche emerse, per molti l'annata 2023 risulta incoraggiante e positiva sul fronte economico".