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Fabio Zanesco e Kurt Ratschiller di VIP

"Per la nuova campagna mele le aspettative sono alte"

La campagna melicola 2022/23 ha registrato due fasi ben distinte: la prima caratterizzata da un mercato abbastanza pesante e difficile, con movimentazione di grandi volumi, ma a prezzi poco soddisfacenti; la seconda fase, da marzo 2023 in poi, è stata invece connotata da un cambio di passo del mercato, con un'esplosione delle vendite e giacenze più basse. Per la nuova stagione, è troppo presto per fare previsioni, ma la cosa certa è che la nuova produzione arriverà su un mercato completamente vuoto, che potrebbe offrire grandi opportunità. Ne abbiamo parlato con Kurt Ratschiller e Fabio Zanesco, rispettivamente direttore commerciale e product manager varietà protette di VIP.


Fabio Zanesco (product manager varietà protette) e Kurt Ratschiller (direttore commerciale) di VIP

"Sapevamo che l'inizio della campagna 2022/23 non sarebbe stato dei più facili - dichiara Kurt Ratschiller - Diversi i fattori che sono intervenuti, non legati in maniera diretta al mondo dell'ortofrutta: la guerra, la crisi economica, l'inflazione galoppante e tutto il contesto recessivo, che non hanno favorito i consumi. Un fatto strano, per noi, è stato avere stock limitati di Golden e non essere riusciti, per quanto fosse nelle nostre possibilità, a difendere il prezzo sin dall'inizio. La situazione di partenza si è rilassata nel prosieguo di stagione: già da Natale, ma maggiormente negli ultimi mesi. Maggio è stato un mese di vendite record, perché è mancata quasi del tutto la frutta estiva, a causa delle condizioni meteo avverse. La Grande distribuzione si è quindi concentrata sulle mele".

"L'estate caldissima dello scorso anno ha causato danni su buona parte della produzione europea, creando una grande percentuale di scarto. A pagarne maggiormente le spese è stata la varietà Gala. Il prodotto stoccato, con giacenze elevate e decumuli frequenti, è stato venduto a quotazioni basse. Inoltre, a inizio stagione sui mercati europei, per settimane, sono circolate mele dell'emisfero sud - aggiunge Fabio Zanesco - Nei mesi di marzo e aprile, la mancanza della Gala ha generato tantissime opportunità per le altre varietà stoccate. Per quanto ci riguarda, questo ha portato ad aumenti dei prezzi e scorte terminate in anticipo di un mese rispetto al solito, per varietà come Ambrosia ed envy. Nella seconda fase della stagione 2022/23, sono risultate favorite anche le vendite di Pinova, Golden e Cosmic Crisp. La commercializzazione di quest'ultima terminerà a luglio".



VIP è cosciente quindi, con consapevolezza degli stessi coltivatori, che la liquidazione ai melicoltori non sarà soddisfacente, a causa degli scarti, dei prezzi bassi registrati per metà stagione e per via del forte aumento dei costi nel 2022, che inficeranno le liquidazioni 2023. "Gli elementi da considerare sono tre: prezzo medio, percentuale di packout o di vendita, qualità generale. Non esiste un unico mercato per tutte le varietà e quest'anno ci sarà una forbice di liquidazione molto diversificata, a seconda delle cultivar. Le buone performance di alcune nella seconda metà della stagione, non basteranno a compensare il difficile andamento commerciale della prima parte di campagna".

Mercati: "chiusure" e nuove opportunità
"Abbiamo lavorato molto bene in Italia, mercato principe e che assorbe il 60% delle mele prodotte dal Consorzio, ma anche in Spagna e Portogallo. Siamo soddisfatti dei riscontri ottenuti: abbiamo consolidato la nostra presenza, con maggiori vendite rispetto allo scorso anno, e difeso i prezzi. Buoni numeri sono stati ottenuti anche in America Latina, per mancanza di prodotto locale. Buone performance, sia nel biologico sia per la produzione integrata, si sono registrate in un mercato alto-spendente come quello della Scandinavia, nonostante la presenza di produzione locale e la concorrenza da parte della Polonia. In Germania, Paese con stock sufficienti delle sue varietà principali, abbiamo fatto fatica a emergere rispetto agli anni passati, per quanto concerne sia la produzione integrata sia quella biologica - sostiene Ratschiller - Grande differenza quest'anno l'ha fatta l'Egitto, che solitamente è per noi un mercato che assorbe un eventuale surplus produttivo. Verso questa destinazione abbiamo esportato meno, puntando maggiormente ai mercati europei. Export inferiore rispetto agli anni passati anche in Est e Sud Est Europa, per via della confinante concorrenza polacca, greca e turca".

"In un quadro economico difficile, il nuovo sistema di vendita, con il quale siamo partiti a inizio 2023, ci ha permesso di sviluppare sbocchi commerciali importanti anche per varietà che, in quelle specifiche destinazioni, non si vendevano o si vendevano poco. Un esempio è il mercato olandese per la mela Fuji. Da sottolineare, inoltre, nuovamente la Spagna, dove la Golden sta facendosi strada negli ultimi anni e dove stiamo sviluppando anche nuove varietà, come Ambrosia ed envy".



Sul fatto che Sudafrica, Cile e Argentina non stiano guardando, come un tempo, al mercato europeo, Ratschiller dichiara: "L'emisfero sud non è in grado di coprire alcun gap, in questo momento. Qualche vendita tattica c'è, ma non è strategica".

Inoltre, il 15% circa delle mele VIP è bio. "In generale, il mercato del biologico ha sofferto in modo particolare, quest'anno, e per diversi motivi. Il più importante riguarda il quadro economico: con meno entrate e più spese, per il consumatore acquistare bio non è primario. Chi acquista solo prodotti biologici è ancora in minoranza, infatti: se in Danimarca la quota si aggira attorno al 14-15%, in Germania è del 7-9%. In Italia, invece, la percentuale è ancora abbastanza scarsa, circa il 3%", spiega Ratschiller. "In Spagna, con una quota bio simile all'Italia, abbiamo però acquisito nuovi clienti e questa è davvero una conquista, in un contesto economico difficile".

Prospettive per la stagione 2023/24
"Gravi gelate nelle zone europee di produzione melicola non ce ne sono state, ma a causa del maltempo si sono registrati danni (lievi, ad oggi non estesi) in diversi Paesi produttori. L'area più problematica, al momento, sembra essere la Catalogna, per via della siccità: lo stress sulle piante potrebbe portare a una riduzione importante della produzione. Perciò per la stagione 2023/24 non sono attesi record a livello di rese, ma un'annata alquanto normale. Per quanto concerne la qualità del prodotto, dipenderà tutto dalle condizioni meteo dei prossimi due mesi", spiega Zanesco. "Una cosa certa è che le produzioni degli emisferi nord (2022) e sud (2023) del mondo, a settembre, saranno completamente terminate sul mercato europeo, quindi per la nuova campagna le aspettative sono alte. Da agosto, VIP ripartirà con la nuova stagione: SweeTango™ a fine agosto e da fine settembre Ambrosia™. Da ottobre saremo in produzione con le altre mele".



E Ratschiller aggiunge: "Prevediamo che settembre e ottobre saranno mesi molto dinamici. Lo spettro della recessione per il 2023 aleggia su gran parte del mondo, ma i primi dati economici dell'anno danno una visione più ottimistica, nonostante l'Eurozona sia entrata in recessione tecnica nel primo trimestre. L'inflazione, inoltre, dovrebbe aver raggiunto il suo picco e quindi continuare da qui in avanti la sua frenata. Speriamo perciò in una partenza della nuova stagione migliore di quella dello scorso anno".

Packaging e nuova proposta della Commissione Ue
"L'imballaggio ha tre funzioni fondamentali: proteggere il prodotto, informare ed emozionare - afferma Zanesco - In particolare per le varietà club, essendo prodotti innovativi, le informazioni e le emozioni sono un elemento di ulteriore distinzione e riconoscibilità. Ecco perché pensare di aumentare i consumi eliminando gli imballaggi non credo sia la strada giusta. Ben venga vendere la merce sfusa e non confezionare se non strettamente necessario, ma lasciare che l'indifferenziazione regni sovrana in un punto vendita significherà solo fare cento passi indietro, con un consumatore in grado di distinguere solo mele gialle, verdi e rosse, senza identificazione del prodotto. Dobbiamo certamente migliorare, eliminare l'overpackaging e tutto ciò che è soltanto in eccesso, per essere più efficienti".

Brand awareness: gli ultimi dati disponibili
"La brand awareness totale per il marchio Val Venosta in Italia è del 60%, in Spagna del 18%", sottolinea concludendo Ratschiller.

Per maggiori informazioni: www.vip.coop