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A cura di Terremerse e Fondazione per l’Agricoltura F.lli Navarra

Sperimentazione sul nocciolo: un ettaro con dodici varietà

Terremerse e Fondazione per l’Agricoltura F.lli Navarra hanno realizzato un campo sperimentale di nocciolo della superficie di un ettaro nella sede della Fondazione (e dell’Istituto Agrario Statale) a Malborghetto di Boara (Ferrara). L'avvio è avvenuto a fine 2021.

Nel campo sono ospitate 12 varietà, sei classiche e sei fra quelle che si stanno dimostrando molto interessanti per i prossimi anni. Due i sesti di impianto scelti (il tradizionale 5x4 metri e l’intensivo 4x2). Inoltre, è stato installato un impianto con doppia ala gocciolante interrata, sistema di fertirrigazione, sonda di umidità del terreno e centralina meteo.

"Il nocciolo è una coltura assolutamente sostenibile, sotto ogni punto di vista: ambientale, economico e sociale – sottolinea Marco Casalini, presidente di Terremerse - Ecco perché abbiamo avviato con Ferrero il Progetto Nocciolo per la messa a dimora di 600 ettari nelle regioni maggiormente vocate, tra le quali l’Emilia-Romagna. Il Progetto è, per la nostra Cooperativa e per i nostri soci, un’iniziativa di massima importanza, perché rappresenta la volontà di diventare attori di una filiera di qualità, tracciabile, 100% italiana".

I principali obiettivi del campo sperimentale sono: verificare le condizioni di adattabilità pedoclimatiche per ogni varietà nell’areale della Pianura Padana; verificare il comportamento dei due sesti d’impianto sulle due forme d’allevamento che si andranno a creare (vaso cespugliato e alberello); dare un contributo alla ricerca varietale e vivaistica; fare sperimentazione su difesa, concimazione, diserbo e irrigazione, anche per validare il basso impatto ambientale della coltura; verificare con le industrie di trasformazione la qualità e la resa in sgusciatura delle nuove varietà.

Terremerse crede molto nel nocciolo per i vantaggi tecnici, agronomici e commerciali che può garantire all’azienda agricola. Infatti, l’imprenditore agricolo, e non solo, dovrà sempre più fare i conti con alcuni importanti fattori di estrema attualità, come la scarsità delle precipitazioni piovose, la difficolta nel reperire manodopera, la volatilità dei prezzi dei prodotti agricoli, la riduzione del numero di agrofarmaci utilizzabile per il controllo di malattie e insetti. Il clima, è sotto gli occhi di tutti, sta cambiando e piove sempre meno. Il nocciolo è fra le colture arboree con la minor necessità di acqua.

Inoltre, questa coltura è fortemente meccanizzabile, con la possibilità di utilizzare alcuni macchinari già esistenti nelle aziende.

I mercati dei prodotti agricoli, vedi ad esempio cereali e frutta fresca, sono sempre più altalenanti. Offrendo un contratto di coltivazione pluriennale, Terremerse può in parte garantire stabilità all’impresa agricola. Non da ultimo, è bene ricordare che il nocciolo, essendo una cultura rustica e ben adattabile a diversi territori, richiede anche un basso impiego di agrofarmaci. 

"Con questa sperimentazione, inoltre, l’idea della Fondazione è quella di testare la coltura del nocciolo come esigenza di offrire alle imprese agricole locali, e non solo, un nuovo slancio, attraverso il trasferimento del proprio know-how derivante dalle prove in campo - sottolinea Nicola Gherardi Ravalli Modoni, presidente Fondazione per l’Agricoltura F.lli Navarra - L’idea è di valutare la possibilità di ampliare le colture all’interno di un impianto frutticolo, oppure di sostituire vecchi impianti compromessi da fitopatogeni e problematiche climatiche. Inoltre, per chi coltiva seminativi, il nocciolo può diventare un’alternativa, in quanto si tratta di una coltura altamente meccanizzata e a basso impiego di manodopera".

Per maggiori informazioni
Progetto nocciolo