"Apprezziamo lo sforzo della Regione Emilia Romagna che, anche grazie all'impegno per il superamento del criterio dei parametri storici nel riparto, è riuscita a ottenere oltre 132 milioni di euro in più nel Piano di Sviluppo Rurale (PSR) rispetto a quello precedente, arrivando a quasi un miliardo di fondi stanziati. Ora è arrivato il momento di tornare a puntare sui progetti di filiera per l'utilizzo delle risorse europee destinate all'agricoltura emiliano-romagnola".
Lo sostengono Raffaele Drei, Cristian Maretti e Patrizia Masetti, rispettivamente presidenti regionali di Confcooperative Fedagripesca, Legacoop Agroalimentare e Agci-Agrital in una richiesta indirizzata alla Regione.
"In una fase così difficile per l'intero settore - continua la nota unitaria dei tre presidenti - i progetti di filiera rappresentano infatti la soluzione migliore per favorire l'integrazione tra aziende agricole e agroindustriali, così da valorizzare al meglio le produzioni conferite dagli agricoltori tramite politiche di innovazione e la crescita nei mercati internazionali".
"Dopo che nel biennio di transizione 2021-22 si è deciso di finanziare gli investimenti del settore tramite bandi 'individuali' dove ciascuna azienda presentava il suo singolo progetto di investimento - continuano le centrali regionali riunite nell'Alleanza Cooperative Agroalimentari - adesso è fondamentale tornare ai progetti di filiera quale strumento principale di attuazione del PSR. Questa è la strada da seguire se si vuole dare concretezza agli auspicati obiettivi di integrazione e aggregazione di filiera, un passaggio obbligato per coniugare competitività e sostenibilità delle imprese".
"I risultati della programmazione 2014-20 – continuano -, quando si era fatto ricorso ai progetti di filiera, sono lì a dimostrare che la forza dell'agroalimentare emiliano-romagnolo sono le filiere e per questo vanno concretamente sostenute. Le nostre eccellenze produttive per continuare a crescere hanno bisogno di politiche di aggregazione, di azioni coordinate e strategie condivise che solo i progetti di filiera possono assicurare, mettendo insieme la parte agricola con quella di lavorazione e trasformazione industriale, oltre ai comparti sementieri, dei mezzi tecnici, dei servizi e di tutti coloro che a vario titolo contribuiscono allo sviluppo delle produzioni".
"L'agricoltura oggi è fortemente minacciata sia dalle emergenze climatiche e fitosanitarie, sia da provvedimenti europei che puntano a limitare fortemente la capacità produttiva – concludono Drei, Maretti e Masetti -. Gli agricoltori da soli non possono avere la forza necessaria per rispondere a queste sfide, occorre mettersi insieme a tutti i livelli per fare fronte comune. Per questo riteniamo che l'utilizzo dei progetti di filiera nella programmazione 2023-27 del PSR dell'Emilia-Romagna sia un requisito indispensabile per continuare a garantire un futuro più roseo al nostro sistema produttivo".